È stato liberato dopo 125 ore di prigionia Panfilo Colonico, imprenditore originario di Sulmona, rapito nel suo ristorante “Il sabore mio”, tra i più famosi di tutto l’Ecuador. Venerdì scorso, proprio dal suo locale, era stato portato via sotto minaccia da persone vestite da finti poliziotti. L’imprenditore, dopo essere stato rilasciato, è stato interrogato dagli inquirenti. A loro ha spiegato che è stato liberato “dopo aver pagato un riscatto da 200 mila euro”, spiega Il Messaggero. I sequestratori lo avrebbero lasciato al casello sulla costa, da dove avrebbe preso un taxi per tornare a casa e poi chiamare la polizia.
Con la barba incolta, dimagrito dopo quasi una settimana fuori casa ma in buona salute, ha spiegato: “Non è stato un film. Mi hanno tenuto chiuso in tre locali diversi, mi minacciavano di tagliarmi un orecchio o un dito e ho dovuto pagare perché non mi facessero del male. Poi si sono stancati e mi hanno lasciato libero quasi vicino al ristorante. Perché anche se paghi non è scontato che ti rilasciano vivo. A me è andata bene”. Due giorni fa la Unased (Unidad anti secuestro), reparto speciale della polizia ecuadoriana, ha arrestato due dei suoi rapitori. Un terzo è stato ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia come spiegato dal ministro degli Interni ecuadoriano, Juan Zapata.
La versione della Polizia
Il ministro degli Interni ecuadoriano, Juan Zapata, parlando del rapimento di Panfilo Colonico, su Twitter ha scritto: “La polizia dell’Ecuador ha ottenuto il rilascio di un uomo d’affari italiano. Durante l’operazione di polizia, nell’uso legale della forza, uno dei sospettati è stato ucciso”. Una versione differente, però, l’ha data proprio l’imprenditore, come riporta Il Messaggero: “Non è vero che mi ha liberato la polizia, sono tornato da solo a casa, dopo aver pagato il riscatto e aver trattato con il capo banda. Ho letto come l’Italia ha parlato di me e mi è stata vicina e questo mi ha fatto sentire quanto siamo uniti come popolo. Sono state dette però anche tante cose non vere, come il fatto che io avessi debiti. Non è vero, è stato un sequestro in un Paese dove la criminalità dilaga. Ho vissuto momenti difficili, per fortuna tutto è andato bene”.
Secondo persone vicine allo chef italiano in Ecuador, però, l’imprenditore non avrebbe potuto pagare alcun riscatto perché non naviga nell’oro. I dipendenti non verrebbero pagati da due mesi e persino un addetto alla sicurezza del locale sarebbe stato sorpreso pochi giorni fa a portare via un televisore e delle bottiglie di alcolici a mo’ di risarcimento. Per Colonico la realtà è un’altra, anzi, il suo progetto è quello di aprire di un altro locale per un investimento complessivo di un milione di dollari.