Affondo di Paolo Becchi su Papa Francesco. L’Angelus del Pontefice nella giornata di Santo Stefano, oggi 26 dicembre 2020, ha indignato l’editorialista di Libero. «Dobbiamo evitare che la gente venga in piazza, collaborare con le disposizioni delle autorità per aiutare tutti noi a fuggire da questa pandemia», scrive citando le parole del Santo Padre. Poi passa al commento, che si rivela molto duro: «Questo lo può dire il capo di un governo, non il capo della Chiesa», scrive indignato su Twitter. Per concludere, lancia un’altra frecciatina: «“Collaboriamo con le autorità”. Come ai tempi della dittatura argentina?».
Una battuta provocatoria quella di Paolo Becchi che trova d’accordo diversi utenti, che gli danno ragione sui social. Negli ultimi giorni Bergoglio è stato attaccato anche per la presa di posizione sul vaccino anti Covid, considerato moralmente accettabile, in assenza di alternative, nonostante siano ottenuti anche con cellule da feti abortiti. Un’apertura che ha diviso i fedeli.
“Dobbiamo evitare che la gente venga in piazza, collaborare con le disposizioni delle autorità per aiutare tutti noi a fuggire da questa pandemia”. Questo lo può dire il capo di un governo, non il capo della Chiesa.
— Paolo Becchi (@pbecchi) December 26, 2020
BECCHI VS GOVERNO: “NASTRO ADESIVO SULLA BOCCA…”
Non è l’unico sfogo di Paolo Becchi. Ce n’è stato uno anche in vista del Natale. Il filosofo ed editorialista di Libero si è scagliato, infatti, contro i divieti imposti dal governo. «Se uscite di casa a Genova, NON basta la mascherina, ricordatevi anche il nastro adesivo sulla bocca», ha twittato citando la città in cui vive. Questa la premessa, poi attacca l’ordinanza del sindaco Marco Bucci e le disposizioni del questore Ciarambino. «Se saranno trovate due persone che chiacchierano in strada scatterà la multa», ha concluso Becchi citando le parole del primo cittadino genovese. «I nostri governanti spadroneggiano esclusivamente perché la moltitudine, terrorizzata, inebetita, intimorita, assuefatta, ammansita, blandita, in una parola addomesticata, non ha il coraggio e la volontà, concreta, di reagire e di opporsi», aveva invece scritto sulle colonne di Libero in merito al decreto Natale.