Chi è il giudice Paolo Borsellino, protagonista della traccia C1 del tema attualità per Prima Prova Maturità 2025: cosa sapere, quale messaggio ai giovani
LA SCELTA DEL MINISTERO PER LA TRACCIA DI ATTUALITÀ: PAOLO BORSELLINO E IL MESSAGGIO AI GIOVANI
Definire chi è Paolo Borsellino è probabilmente riduttivo e non particolarmente “utile”, almeno in senso stretto: vedere però che il giudice antimafia ucciso da Cosa Nostra nel 1992 a Palermo è protagonista dell’Esame di Maturità, con la traccia C2 del tema d’attualità in Prima Prova, fa capire come ormai per il mondo dei giovani e giovanissimi la testimonianza contro la criminalità è un principio centrale e ineludibile.
Scelta particolare ma sicuramente molto apprezzata da tante scolaresche che negli anni si sono imbattute nelle varie giornate per la legalità, con le figure dei giudici (e amici) Borsellino e Falcone che assieme ad altri importanti “eroi” contro la mafia rappresentano ad oggi una pagina importantissima della storia d’Italia. La proposta della traccia C1 in Prima Prova Maturità 2025 vede un brano scritto da Paolo Borsellino nel testo “Epoca”, uscito postumo la sua morte di qualche mese.
Il titolo è già esemplificativo di quanto il magistrato palermitano rappresentava già all’epoca e quanto oggi è simbolo di una vera speranza di vita: “i giovani, la mia speranza”, con questa traccia i maturandi devono affrontare il tema d’italiano sul fronte attualità, analizzando i principi difesi all’epoca da Borsellino e Falcone e paragonando con l’esperienza di oggi. La Prima Prova di italiano richiede esplicitamente, dopo aver letto il brano di Borsellino, di poter riflettere sull’esperienza di studente e cittadino nell’Italia (e nel mondo) di oggi, 18 giugno 2025.
CHI È PAOLO BORSELLINO E PERCHÈ LA SUA LOTTA CONTRO LA MAFIA È SEGNO DI SPERANZA
Di sicuro un tema non semplicissimo ma di sicuro stimolo per un confronto e un’analisi sul tempo di oggi, alla luce dello splendido messaggio dedicato ai giovani dal giudice antimafia Paolo Borsellino: «se ci sono motivi di speranza nel futuro? Mi dichiaro sempre ottimista», così scrive il magistrato spiegando come non sia una banale “fiducia” senza motivi o ragioni, e nonostante una mafia all’epoca ancora potentissima (tanto che pochi mesi dopo l’avrebbero ucciso nella spregevole Strage di Via d’Amelio).
La sua speranza era dettata proprio sui giovani che iniziano a crescere in un mondo che parlava di mafia, che vedeva lo scempio delle violenze criminali e iniziava ad alzare la testa: «Se i giovani oggi cominciano a crescere e a diventare adulti, non trovando naturale dare alla mafia questo consenso e ritenere che con essa si possa vivere», si legge ancora nella traccia C1 della Prima Prova scritta di Maturità 2025. Borsellino era convinto che non si potesse “vincere” nel breve tempo, ma nell’educazione dei giovani alla legalità e alla vita piena si poteva raiognevolente sperare in un futuro di cambiamento.

Una speranza che nasce dalla testimonianza stessa della sua vita, spesa per combattere il crimine di Cosa Nostra, ma anche sempre impegnato a trasmettere in primis ai suoi figli e poi ai giovani che incontrava nelle scuole assieme a Giovanni Falcone, un motivo per poter sperare fuori dalle stragi e dalle uccisioni. Il clima di “menefreghismo” e “omertà” attorno al fenomeno mafioso iniziava a incrinarsi proprio con le testimonianze di Borsellino e Falcone, di Rocco Chinnici e dei tanti che si sono spesi per far conoscere al mondo una modalità diversa di vivere in Sicilia in quegli anni dove Cosa Nostra spopolava sul territorio.