Inizierà il 3 luglio al tribunale di Genova il processo per il tutore di Paolo Calissano: il gip, infatti, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio. L’avvocato Matteo Minna, che era stato nominato amministratore di sostegno dell’attore, dovrà difendersi dall’accusa di avergli sottratto oltre 500mila euro, facendo leva sulla vulnerabilità del suo assistito. Le indagini, però, riguardano anche altre quattro presunte vittime del legale, tra cui una donna che avrebbe problemi di dipendenze.
Il modus operandi, stando a quanto ricostruito dall’accusa, sarebbe lo stesso: il tutore usava lo stesso copione, cioè prelevava il denaro dai suoi assistiti e trasferiva i soldi sul proprio, giustificando i movimenti con fatture false per prestazioni legali che in realtà non effettuava affatto. Non solo avrebbe manipolato le rendicontazioni, ma avrebbe tratto in inganno anche i consulenti incaricati dal giudice tutelare.
Per questa complessa vicenda, Minna deve rispondere di diverse accuse, che vanno dal peculato aggravato alla falsità ideologica, passando per circonvenzione d’incapace, così pure omissione di atti di ufficio. Inoltre, avrebbe redatto anche false relazioni e avrebbe provato a ingannare i consulenti che dovevano verificare come venivano gestiti i patrimoni dei suoi assistiti, quindi gli è contestata anche la falsa perizia per errore determinato da inganno.
IL FRATELLO DI PAOLO CALISSANO: “DOVEVA ESSERCI LUI…”
“Sono ovviamente soddisfatto, ma lo sarei stato molto di più se mio fratello fosse vivo e facesse valere lui le sue ragioni“, ha dichiarato il fratello di Paolo Calissano, morto a Roma nel 2021 per un mix di farmaci antidepressivi. Era presente in aula, assistito dall’avvocato Santina Berardi, in quanto è parte civile.
Roberto Calissano ai microfoni di Tgr è tornato proprio sulla morte del fratello, spiegando che era vittima di un “tormento interiore causato sicuramente dalle condotte a lui inflitte da chi doveva proteggerlo“. Dunque, Paolo Calissano non era consapevole di ciò che veniva fatto con i suoi soldi, anzi gli era stato fatto credere che era responsabile della sparizione del suo patrimonio, di cui invece deve rispondere il suo tutore ora.
Invece, il legale che lo assiste in questa battaglia giudiziaria ha rimarcato il fatto che il gip di Genova non ha accolto nessuna delle eccezioni di nullità che erano state sollevate dalla difesa dell’amministratore di sostegno.