Il processo ai danni di Matteo Minna, amministratore di sostegno di Paolo Calissano: avrebbe sottratto circa 500.000 euro all'attore
Inizia oggi il processo nei confronti dell’avvocato Matteo Minna, amministratore di sostegno di Paolo Calissano, accusato di aver usato illecitamente una grande somma di denaro dello stesso attore deceduto, si parla addirittura di 500.000 euro, se non di più. I due si conoscevano da tempo, 13 anni di amicizia, e il loro rapporto si era intensificato dal 2005, quando era stata trovata una ragazza brasiliana senza vita nella casa di Paolo Calissano. L’attore stava attraversando un periodo drammatico, complicato dalla depressione, e Matteo Minna gli aveva dato una mano, gestendo i suoi conti correnti fino a quando nel dicembre del 2021 Paolo Calissano non si è tolto la vita con dei farmaci antidepressivi.
A scoprire che qualcosa non andava era stato il fratello, notando spese e bonifici sospetti. E’ partita l’indagine e quindi il rinvio a giudizio di Matteo Minna, con spese del 500.000 euro ma che sarebbero superiori al milione di euro, non calcolabili però per motivi di prescrizione. Paolo Calissano aveva bisogno di soldi per curarsi ma il suo tutore lo avrebbe forse indotto a versare su una società dello stesso avvocato dei soldi.
PAOLO CALISSANO “MATTEO MINNA AVREBBE DOVUTO AIUTARLO…”
Oggi la prima udienza nei confronti dello stesso legale: “L’amministratore di sostengo è qualcuno che deve aiutare nel modo migliore la persona che viene aiutata – sottolinea a Storie Italiane il prof Di Giannantonio – qui ci troviamo all’opposto”.
“Paolo Calissano stava così male ed è tra i poteri dell’amministratore proporre delle cure, pagare dei ricoveri e dei trattamenti, ma tutto questo non è stato fatto. Ha abbandonato il povero Calissano ad essere prigioniero e poi vittima della sua situazione psicologica, quindi non ha saputo gestire il denaro e proporre delle cure”.
PAOLO CALISSANO, PROCESSO CONTRO MATTEO MINNA AL VIA: COSA SUCCEDE
Per Roberto, fratello di Paolo Calissano, la cifra sarebbe superiore al milione di euro, come detto sopra, ma molti sarebbero andati prescritti. “Il quadro è veramente grave”, aggiunge Vittorio Introcaso, inviato di Storie Italiane dal tribunale. Ancora da capire se il rito per processare Matteo Minna sarà abbreviato o normale: sembra che lo stesso sia accusato anche da altre persone di una gestione dei denari un po’ truffaldina, ovviamente tutto da verificare durante il processo.
Introcaso sottolinea comunque che “Il processo riguarda solo la parte finanziaria, ci siamo domandati anche noi se abbia in qualche modo influito sul suicidio di Paolo Calissano”, e nel caso serviranno ulteriori indagini per capirlo se vi sia stata una correlazione. “Era presente l’avvocato di Calissano nelle ore precedenti la morte? Non lo sappiamo – aggiunge l’inviato – ma il rapporto fra i due era strettissimo, avevano un rapporto costante. Da quello che ricordo non credo fosse presente”. Una situazione che andrà quindi accertata a 360 gradi, quella di un uomo che forse è stato lasciato solo nel momento del bisogno.