E’ stata una vera e propria esecuzione quella avvenuta ieri a Buccinasco ai danni di Paolo Selvaggio. Soprannominato Dum dum, come scrive oggi il Corriere della Sera, la vittima ero uno degli spacciatori di stupefacenti più famosi della zona, oltre che malato terminale. E proprio su questo aspetto che il quotidiano di via Solferino si interroga: “Sarebbe morto comunque nel giro di poche settimane – scrive il giornalista – cosa può aver spinto i killer (e i mandanti) ad agire in modo così fragoroso senza attendere in qualche modo il corso del tempo?”. Tutto fa quindi pensare ad una vendetta, ad un odio personale che non poteva trovare sfogo se non con il sangue.
Una carriera criminale iniziata fin da giovane quella di Dum dum Paolo Selvaggio, con un omicidio, avvenuto nel 1978, di un buttafuori che l’aveva sbattuto fuori da un locale a Bereguardo, in provincia di Pavia. Selvaggio non era neanche maggiorenne, finì al Beccaria, da cui evase poco tempo dopo, per entrare poi ufficialmente nel giro della malavita, assieme ad ex del gruppo di Vallanzasca. Negli anni ’80 arriva “il salto di qualità”, con l’ingresso nel giro nella droga fra il Gratosoglio e lo Stadera, che lo farà conoscere nel bene e nel male, visto che nel 1987 fu vittima di un altro attentato, una serie di spari da cui però uscì miracolosamente illeso.
PAOLO SELVAGGIO, LA SUA MORTE UN GIALLO: NON HA MAI “CANTATO”
In seguito si scoprì che le pistolettate erano per una donna contesa con Leonardo Triglione di Rozzano, e la donna in questione si chiamava Giuliano, l’attuale compagna proprio di Dum dum. Nel corso degli ultimi trent’anni è finito nuovamente in carcere, ma senza mai parlare, senza mai voler collaborare con la giustizia, e molto probabilmente per questo era molto rispettato nel campo, ritenuto quasi un ‘intoccabile’.
Chi può averlo ucciso? La compagnia dei carabinieri di Corsco è al lavoro da ieri mattina per risalire ai responsabili anche visionando le telecamere di sicurezza della zona. Non è da escludere che i killer e il mandante facciano parte di qualche gruppo “forestiero” non tanto preoccupato dalle possibili ripercussioni di quest’azione criminale.