Papa Francesco è morto: l'addio a Jorge Mario Bergolio, Vaticano “è tornato alla Casa del Padre alle ore 7.35 di oggi 21 aprile 2025”. La Chiesa in lutto
È MORTO PAPA FRANCESCO APPENA DOPO L’ANNUNCIO DELLA PASQUA DEL SIGNORE
Alle ore 7.35 di oggi 21 aprile 2025, Lunedì dell’Angelo, Papa Francesco è morto: il Santo Padre che venne dalle periferie del mondo è tornato alla Casa del Padre, come comunicato poco fa dal Vaticano con le parole del cardinale Farrell. Dopo il ricovero di oltre un mese all’ospedale Gemelli di Roma, con una convalescenza ancora in corso, e il giorno dopo l’annuncio della Santa Pasqua dalla Loggia Centrale, la notizia tristissima è ora purtroppo ufficiale.
Jorge Mario Bergoglio nasce al Cielo nel Lunedì’ dell’Angelo, con la Chiesa ancora in festa per la resurrezione di Gesù che è venuto per salvare tutti noi: lo ha ricordato lo stesso Papa Francesco nell’omelia della Pasqua e nella Benedizione Urbi et Orbi che è riuscito ieri a celebrare nonostante i movimenti rallentati e la poca voce. Le sue condizioni erano stabili e stazionarie, ma le infezioni polmonari non erano ancora del tutto debellate. Questa mattina la notizia data dai cardinali della Curia in Vaticano: «Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco».
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L’annuncio del Card Farrell: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre“.#VaticanNewsIT pic.twitter.com/tu8BtRY0Td— Vatican News (@vaticannews_it) April 21, 2025
IL 2025 DI SOFFERENZA E DOLORE PER PAPA FRANCESCO: DAL RICOVERO ALL’ANNUNCIO DELLA MORTE
Un Pontificato lungo 12 anni, compiuti da poco il 13 marzo scorso, che si è concluso con ultimi mesi difficili e complicati per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute: il 14 febbraio scorso la corsa all’ospedale Gemelli per una bronchite cronica che non sembrava voler passare, con subito la scoperta però di una infezione polmonare più grave che si era formata dopo le cure al cortisone per provare a combattere la stessa bronchite. I medici del Gemelli hanno sottolineato nei primi giorni del ricovero che si trattava di una grave forma di polmonite bilaterale: è cominciata una lunga fase di sofferenza durata 37 giorni tra bollettini, crisi respiratorie, degenza forzata a letto e con ossigenoterapia praticamente notte e giorno e anche per due volte vicino alla morte.
Il 23 marzo 2025 la lieta notizia delle dimissioni di Papa Francesco, con convalescenza duratura di almeno 2 mesi ma con la polmonite debellata, che non lasciava però ancora del tutto libere le vie respiratorie per altre infezioni sopraggiunte: qualche sorpresa e fuori programma – dalla Domenica delle Palme al Giovedì Santo in carcere con i detenuti, fino all’ultima apparizione in pubblico ieri giorno di Pasqua.
La Benedizione Urbi et Orbi, dopo aver visto in mattinata il vicepresidente degli USA J.D. Vance: il fisico indebolito non ha però impedito a Papa Francesco un giro di Papamobile in Piazza San Pietro per augurare la Santa Pasqua del Signore. Nella notte però l’aggravarsi delle condizioni fino all’annuncio dato questa mattina all’intero mondo: Papa Francesco è morto e ora riposa nell’abbraccio di Dio Padre.
GLI ULTIMI ANNI TRA ACCIACCHI E SCELTE “PRONTE” NELLE MANI DEL SIGNORE
Non sono stati semplici gli ultimi passati da Papa Francesco alla guida della Chiesa, non solo per i vari scandali che attraversano la Santa Romana Apostolica sposa di Cristo (dagli abusi alla pedofilia, fino alle divisioni drastiche in alcune Conferenze Episcopali internazionali, come quella americana): sono stati anni difficili per delle condizioni di salute che via via andavano peggiorando, seppur con gradualità e senza che questo impedisse di coinvolgere i fittissimi impegni in agenda.
Dall’intervento nel 2021 e poi nel 2023 al colon, fino alle tante forme di polmonite e bronchiti (l’ultima acutissima nel febbraio 2025), passando per la sciatalgia e la gonalgia che in “combinata” gli impedivano di camminare e inginocchiarsi regolarmente: anche per questo motivo negli ultimi anni del suo Pontificato era ormai solito accompagnarsi con la carrozzina, limitando e di molto i momenti in piedi, comunque mai senza un bastone.
Nel dicembre 2023 Papa Francesco raccontò pubblicamente di aver già tutto predisposto per la sua sepoltura, con tomba da inserire all’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore a cui è molto affezionato e dove spesso si è recato per pregare davanti all’icona di Maria Salus Populi Romani. Si è sempre detto disposto ad eventuali dimissioni come il suo predecessore Benedetto XVI, affidando però quell’eventuale scelta alla «volontà del Signore» e solo in caso di ineluttabile stanchezza fisica.
CHI ERA PAPA FRANCESCO: DALL’ARGENTINA ALLE PERIFERIE ESISTENZIALI
Jorge Mario Bergoglio, meglio conosciuto come Papa Francesco, è stato il 266° Papa della Chiesa Cattolica, ma il primo pontefice di origini latinoamericane. Nato a Buenos Aires, Argentina, il 17 dicembre 1936, ha trascorso gran parte della sua vita al servizio della Chiesa e della comunità, snellendo poi dopo il conclave del 2013 il nome di “Francesco” legandosi al servizio e all’umiltà del “Santo Poverello” Francesco d’Assisi, la vera “cifra” dello stile e magistero bergogliano.
Da giovane, il Pontefice ha studiato presso l’Istituto Salesiano di Buenos Aires e ha poi continuato la sua formazione nel seminario di Villa Devoto. Nel 1958 è entrato nella Compagnia di Gesù, la congregazione dei gesuiti, e ha studiato filosofia e teologia all’Università di Buenos Aires e alla Facoltà di Teologia di San Miguel.
Dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1969, Bergoglio ha insegnato letteratura e psicologia presso il Collegio del Salvador a Buenos Aires. Nel 1973 è stato eletto Provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina, incarico che ha ricoperto fino al 1979. Durante questo periodo, ha continuato ad insegnare e ha lavorato per promuovere la giustizia sociale e la difesa dei diritti umani. Nel 1992 è stato ordinato vescovo di Buenos Aires e nel 1998 è stato nominato arcivescovo: ha lavorato duramente per migliorare le condizioni di vita delle persone a Buenos Aires e nella periferia, promuovendo programmi di assistenza per i poveri e i malati.
Nel 2001, ha criticato duramente il governo argentino per la sua politica economica e per la sua gestione della crisi finanziaria, affermando che «questa è una situazione di ingiustizia che grida vendetta al cielo». Nel 2005, Bergoglio ha partecipato al conclave che ha eletto Papa Benedetto XVI e in molti, anni dopo, raccontarono che proprio il suo nome era stato uno dei “potenziali” eleggibili già a quell’epoca. Nel 2013, dopo le dimissioni clamorose di Benedetto XVI, è stato eletto Papa Francesco, diventando il primo pontefice latinoamericano della storia.
IL PONTIFICATO DI PAPA FRANCESCO E I TEMI DALLA POVERTÀ ALL’ECOLOGIA INTEGRALE
Da quando è diventato Papa, Francesco ha attirato l’attenzione del mondo per la sua umiltà, la sua semplicità e la sua apertura al dialogo interreligioso e interculturale, già scaturito dal famoso “Buonasera” detto alla cristianità la sera della sua elezione a Pontefice. Ha adottato un approccio molto vicino alla gente, scegliendo di vivere in una suite modesta all’interno della Città del Vaticano (gli Appartamenti di Santa Marta) e di utilizzare un’auto economica invece della tradizionale Papamobile.
Francesco ha anche assunto una forte posizione sulla giustizia sociale, la pace e l’ambiente. Ha criticato il consumismo e l’individualismo e ha chiesto un cambiamento nella mentalità umana che privilegi la crescita economica a scapito della salute del pianeta e della dignità umana. Nel 2015, Francesco ha pubblicato l’enciclica “Laudato si’“, in cui ha affrontato la questione del cambiamento climatico e della protezione dell’ambiente.
In essa, ha sostenuto che l’umanità deve agire con urgenza per preservare il pianeta e proteggere le persone più vulnerabili dalla crisi ambientale, dando seguito alla “ecologia integrale” originata dal suo predecessore Papa Ratzinger. Francesco è stato anche un grande sostenitore dell’accoglienza dei rifugiati e dell’immigrazione: nel 2016, ha visitato l’isola di Lesbo, in Grecia, per incontrare i rifugiati e mostrare il suo sostegno alla loro causa. Ha chiesto a tutti i cattolici e alle persone di buona volontà di fare la loro parte per aiutare i rifugiati e gli immigrati, affermando che «ogni persona ha il diritto di vivere con dignità e sicurezza».
PAPA FRANCESCO E LE RIFORME DELLA CHIESA
Oltre ai temi sociali, Papa Francesco ha anche cercato di riformare la Chiesa dal suo interno, promuovendo una maggiore trasparenza e responsabilità nella gestione finanziaria, l’attenzione alla liturgia e alle “spinte” innovative da ogni parte del mondo, così come gli scandali di abuso sessuale da parte del clero. Ha istituito una commissione per la protezione dei minori e ha emesso nuove norme per la rimozione dei vescovi che coprono abusi: dal 5 giugno 2022 Papa Francesco ha approvato la nuova Costituzione apostolica “Praedicate Evangelium” in cui ha modificato drasticamente la vita e l’organizzazione della Curia in Vaticano (ingresso dei laici in ruoli apicali, maggior partecipazione delle donne, stringente controllo sugli organi economici della Santa Sede).
Il pontificato di Papa Francesco è stato caratterizzato da una serie di visite in molti paesi del mondo, tra cui Cuba, Stati Uniti, Messico, Brasile, Filippine e molti altri. In ogni luogo, ha cercato di mostrare il suo sostegno alla popolazione locale, ascoltare le loro preoccupazioni e diffondere il messaggio di pace, giustizia e amore, oltre che la costante testimonianza del Vangelo di Cristo. In sintesi, Papa Francesco è un leader religioso che ha dedicato gran parte della sua vita al servizio della Chiesa e della comunità: il suo approccio umile e aperto al dialogo ha attirato l’attenzione del mondo intero e ha ispirato molte persone a vivere con più compassione e umanità.
L’avvicinamento graduale ad un ravvicinato rapporto con la Cina (da cui il continuo progredire dell’Accordo sulla nomina dei vescovi) e la guida della Chiesa nell’Anno Santo Giubilare 2025, con l’apertura della Porta Santa straordinaria nel carcere di Rebibbia, gli ultimi grandi gesti a livello globale: l’invito alla pacificazione tra le guerre in Ucraina e in Medio Oriente sono stati poi i simboli più in vista a livello “geopolitico” lanciati dal Vaticano tramite l’impulso di Papa Francesco, riconosciuto dai vari membri in guerra come profilo credibile per instaurare un proficuo rapporto diplomatico.