Questa mattina Papa Francesco ha incontrato in Vaticano i membri dell’Associazione italiana di Oncologia medica e, tra i vari temi, si è lanciato in un attacco molto duro all’eutanasia: è un periodo molto complesso quello che attende il Parlamento italiano chiamato entro il 24 settembre (in mezzo ancora ad una piena crisi di Governo) a dirimere sulla legge del suicidio assistito dopo la sentenza della Consulta sul caso Dj Fabo. Inoltre dall’Olanda continuano a giungere notizie sconcertanti e inquietanti sugli effetti che hanno le leggi ultra-secolarizzate sull’eutanasia (che viene richiesto da parte della società civile come immediato passo post-legge suicidio assistito); in tutto questo ampio e difficilissimo contesto, il monito arrivato oggi dal Santo Padre è di quelli potenti e dirimenti «La pratica dell’eutanasia, divenuta legale già in diversi Stati, solo apparentemente si propone di incentivare la libertà personale». Ospitando l’Aiom, Papa Francesco non si tira indietro e mira dritto al punto focale: «essa si basa su una visione utilitaristica della persona, la quale diventa inutile o può essere equiparata a un costo, se dal punto di vista medico non ha speranze di miglioramento o non può più evitare il dolore».
PAPA FRANCESCO DURISSIMO CONTRO L’EUTANASIA
Contro l’ideologia eutanasica, il Pontefice richiama ad una “oncologia della misericordia” che possa porre l’attenzione non solo alla malattia ma «al malato e alle sue caratteristiche, al modo in cui reagisce alle medicine, alle informazioni più dolorose, alla sofferenza». Per Papa Francesco, «la tecnologia non è a servizio dell’uomo quando lo riduce a una cosa, quando distingue tra chi merita ancora di essere curato e chi invece no, perché è considerato solo un peso, e a volte – anzi – uno scarto». L’intero impegno cui pone attenzione il Papa si realizza attraverso il compito «nell’accompagnare il malato e i suoi cari in tutte le fasi del decorso, tentando di alleviarne le sofferenze mediante la palliazione, oppure offrendo un ambiente familiare negli hospice, sempre più numerosi». L’appello del Santo Padre non si rivolge solo agli addetti ai lavori, ma agli stessi cittadini che in maniera sofferta vivono ogni giorno vicende di questo tenore: «Non perdetevi mai d’animo per l’incomprensione che potreste incontrare, o davanti alla proposta insistente di strade più radicali e sbrigative. Se si sceglie la morte, i problemi in un certo senso sono risolti; ma quanta amarezza dietro a questo ragionamento, e quale rifiuto della speranza comporta la scelta di rinunciare a tutto e spezzare ogni legame! A volte, noi siamo in una sorta di vaso di Pandora: tutte le cose si sanno, tutto si spiega, tutto si risolve ma ne è rimasta nascosta una sola: la speranza. E dobbiamo andare a cercare questa. Come tradurre la speranza, anzi, come darla nei casi più limite».