PAPA FRANCESCO NON HA MAI ESCLUSO LE DIMISSIONI MA ANCHE SEMPRE SPIEGATO CHE DIPENDE DALLA LUCIDITÀ DI TESTA…
Le condizioni serie di Papa Francesco, da venerdì scorso ricoverato al Gemelli di Roma per una brutta bronchite e l’infiammazione delle vie respiratorie, ha visto più volte la modifica delle terapie in questi giorni oltre alla definizione di un quadro clinico «complesso» e dove le degenza «non sarà breve ma adeguata». Anche perché questi motivi le “chiacchiere” attorno al Vaticano si fanno pressanti, tra chi addirittura parla già di potenziali mosse verso il Conclave (ne abbiamo parlato qui trattando il tema, delicato, di cosa ha fatto Papa Francesco in questi anni per preparare la sua successione), e chi invece rispolvera la teoria delle potenziali dimissioni.
Come già fece Papa Benedetto XVI – anche se non da ricoverato e non solo per motivi di acciacchi fisici – l’idea è che anche Papa Bergoglio possa propendere per una decisione tale se dovessero peggiorare e di molto le sue condizioni di salute. Si tende ad escluderlo, un po’ per lo stile del Santo Padre, un po’ per il Giubileo 2025 appena cominciato e con svariati eventi e testimonianze ancora davanti nei prossimi mesi. La preoccupazione per Papa Francesco però permane tra le stanze vaticane, specie con i continui annullamenti di udienze e incontri ora anche per tutta questa seconda settimana di ricovero (anche se materialmente è solo da venerdì che è stato trasferito al decimo piano del Policlinico): ogni scenario viene dunque valutato, sia per portare avanti l’Anno Santo e sia, in maniera più clamorosa, se davvero il Santo Padre decidesse di dimettersi aprendo al prossimo Conclave.
DURANTE IL RICOVERO NON C’È UN VUOTO DI POTERE IN VATICANO: ECCO COSA SUCCEDE CON PAPA FRANCESCO AL GEMELLI
Se però a qualcuno venisse l’idea che con Papa Francesco in ospedale qualcosa cambi nella guida della Chiesa, o che vi sia un sostanziale “vuoto di potere”, in realtà si sbaglia di grosso: un conto infatti sarebbero le dimissioni effettive, o un’impossibilità reale che impedisca per delle settimane le scelte e le direttive di Bergoglio, ma altrimenti il Santo Padre resta in piene funzioni come Vicario di Cristo anche dalle stanze dell’ospedale Gemelli. 88 anni compiuti da poco, con svariati acciacchi e ora con le serie infiammazioni respiratorie, Papa Francesco ha già fatto sapere di volersi dimettere solo qualora sopraggiunga una stanchezza mentale che «lo annebbi», altrimenti proseguirà con le forze che ha nel servizio per la Chiesa di Cristo.
Restano ovviamente delle catene di comando in caso di dimissioni o di particolare difficoltà (che non è previsto al momento, ndr) del Santo Padre: sarebbe a quel punto il cardinale camerlengo, dal 2019 è Kevin Joseph Farrell, a doversi occupare dei beni e diritti temporali della Santa Sede. Come particolare guida spirituale e politica al contempo però, nel Vaticano di oggi è il Segretario di Stato Card. Pietro Parolin ad avere un’ampia fiducia e gestione tanto dalla Curia quanto dallo stesso Santo Padre. Non solo, in caso di Conclave – visti i limiti d’età dei due responsabili del Collegio Cardinalizio (card. Re e Sandri) – sarebbe proprio il prelato italiano a guidare le operazioni per l’elezione al soglio pontificio del successo di Papa Francesco. Nessuno di questi scenari comunque al momento è dato come imminente, viste le condizioni comunque stazionarie di Papa Francesco che ogni giorno chiama, scrive e legge compiendo i consueti compiti da Pontefice, pur avendo annullata l’intera agenda di udienze come richiesto specificamente dai medici.