Mentre il mondo cattolico si raccoglie attorno alla salma di Papa Francesco esposta in Piazza San Pietro, tra rosari, vesti rosse e mitra, si insinua una domanda più simbolica che liturgica: diventerà santo? La questione è tutt’altro che retorica: fin dai primi giorni del suo pontificato, l’acclamazione popolare “Santo subito” lo ha accompagnato come un’eco carismatico, attribuendogli un’aura di santità moderna fatta di gesti semplici, rifiuto dello sfarzo e vicinanza agli ultimi.
Ma non basta l’amore dei fedeli in quanto nella Chiesa cattolica, diventare santi è un processo giuridico-teologico preciso: serve l’eroicità delle virtù, la fama di santità duratura e almeno un miracolo riconosciuto dopo la morte ma esistono delle eccezioni come canonizzazioni per equipollenza, ovvero per riconoscimento diretto da parte del pontefice, senza bisogno di miracoli.
Un metodo che lo stesso Papa Francesco ha utilizzato più volte ma che difficilmente potrà essere applicato a sé stesso: oggi sono in molti a dubitare che il suo nome possa salire agli altari con la stessa rapidità di Giovanni Paolo II, canonizzato nel 2014 dopo un processo lampo avviato a furor di popolo.
Papa Francesco e l’ombra del dissenso: ecco perché la santità è tutt’altro che certa
Proclamare santo Papa Francesco non sarà un processo né semplice né unanime: secondo il Wall Street Journal, il suo pontificato lascia dietro di sé più punti interrogativi che certezze come le accuse di autoritarismo, ambiguità dottrinali e divisioni interne alla Chiesa.
Secondo il commentatore cattolico Francis X. Maier, Francesco ha provocato indignazione tra molti nel clero con decisioni drastiche e affermazioni spesso che hanno scosso il mondo cattolico come la gestione dell’Istituto Giovanni Paolo II e l’apertura (mai formalizzata) su temi come l’omosessualità e il ruolo delle donne nel clero che hanno spaccato l’opinione pubblica cattolica.
Ma non mancano i segni di un’eredità spirituale concreta come il rifiuto della pomposità, la riforma della Curia, l’attenzione agli ultimi e proprio per questo il paradosso è evidente: un pontefice che ha incarnato la misericordia evangelica, ma che non ha lasciato dietro di sé una Chiesa unanime. Per essere santi, secondo la dottrina, cattolica non basta essere buoni o popolari: serve incarnare in modo esemplare e indiscutibile i valori cristiani ed è proprio sull’aggettivo “indiscutibile” che si giocherà il futuro della sua causa.