Leone XIV intende affrontare una sfida radicale e trasversale, che è quella portata dall'intelligenza artificiale
L’elezione di papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, l’8 maggio 2025, ha segnato un momento storico per la Chiesa cattolica e per la società globale. Primo pontefice statunitense e agostiniano, Leone XIV eredita una tradizione millenaria di papi che hanno affrontato le grandi sfide del loro tempo, dal confronto con Attila di Leone Magno alle riforme sociali di Leone XIII.
A questo riguardo, il nome è significativo perché il Papa ha voluto smarcarsi da possibili illazioni su di chi avrebbe voluto essere l’erede. Ha invece voluto riprendere un nome importante della storia della Chiesa. San Leone Magno certamente, ma forse soprattutto Leone XIII che non è solo, com’è stato pur detto, il Papa sociale, ma il Pontefice artefice di un programma straordinario di restaurazione religiosa e culturale dopo la Rivoluzione del 1789 e le sue conseguenze rivoluzionarie.
Certamente il Papa della dottrina sociale con la Rerum novarum del 1891, come reazione alle ingenti trasformazioni apportate dalla rivoluzione industriale, ma anche con la Libertas, l’Immortale Dei, l’Inimica vis e l’Humanum genus, la Sapientiae christianae, l’Aeterni patris sulla filosofia tomista, e decine di altre.
La scelta del nome è stata così argomentata dal nuovo Papa, nel suo incontro con i Cardinali, il 10 maggio. “Diverse sono le ragioni, però principalmente perché il papa Leone XIII, con la storica enciclica Rerum Novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”.
Non v’è allora nessun dubbio che, oggigiorno, la sfida più radicale e trasversale che si pone davanti al nuovo Pontefice è quella dell’intelligenza artificiale (IA), una tecnologia così innovativa e pervasiva (tanto che si parla correntemente di quarta rivoluzione) che sta ridefinendo il rapporto tra uomo, macchina e società su scala planetaria. Essa si configura come la nuova questione sociale. Seppur l’avvento dell’IA Generale (AGI) – capace di replicare le facoltà cognitive umane – è ancora lontano, i progressi nei modelli linguistici LLM, apportati dall’IA generativa (ChatGPT) stanno già rivoluzionando la vita quotidiana, sollevando interrogativi etici, sociali e spirituali. E ancor di più ci si deve aspettare da quelli attualmente in gestazione.
La Chiesa cattolica, sotto la guida di Leone XIV, dunque, è chiamata a offrire una riflessione etica e spirituale sulle nuove tecnologie. La tradizione della dottrina sociale (Dsc), di cui si è trattato in un precedente articolo, inaugurata da Leone XIII, fornisce strumenti preziosi per affrontare le questioni di giustizia, primato della persona umana, sussidiarietà e solidarietà nell’era digitale.
Leone XIV eredita anche la lezione di papa Francesco, che aveva già posto l’accento sull’urgenza di un’algoretica, cioè un’etica degli algoritmi che metta al centro la persona umana, la trasparenza e la responsabilità. Per analogia, se la Rerum novarum del 1891 aveva il compito precipuo di approfondire gli effetti sociali ed economici della prima rivoluzione industriale, quella attuale, che si mostra ugualmente dirompente, necessita di altrettanta attenzione poiché rappresenta “una delle questioni più critiche che l’umanità deve affrontare”.
Da questo punto di vista, la sfida è duplice: da un lato, promuovere l’innovazione come strumento di bene comune; dall’altro, prevenire i rischi di discriminazione, manipolazione (in primis, disinformazione) e sostituzione del lavoro e dell’intelligenza umana.
A tutt’oggi, la domanda cruciale rimane quella di chi decide i meccanismi decisionali e i fini delle nuove tecnologie, appannaggio finora di un inedito complesso militare-politico-industriale. In questo senso, l’intelligenza umana deve continuare a svolgere un ruolo cruciale non solo nella progettazione e nella produzione della tecnica, ma anche nella direzione del suo utilizzo, in linea con il bene autentico della persona umana.
La dignità intrinseca di ogni essere umano, difatti, deve essere alla base dello sviluppo delle nuove tecnologie e servire come criterio di base per una loro corretta valutazione e implementazione (IA antropocentrica).
In conclusione, Leone XIV, forte della sua esperienza internazionale e della sensibilità sociale maturata tra Nord e Sud del mondo, può giocare un ruolo di primo piano nel promuovere un dialogo globale sull’etica dell’IA. La Chiesa, difatti, può fungere da ponte tra scienza, politica e società civile, favorendo la definizione di principi condivisi per uno sviluppo tecnologico equo e sostenibile. A maggior ragione, in una temperie storica in cui la morte di Papa Francesco e l’elezione del nuovo Pontefice hanno riaffermato il ruolo globale della Chiesa cattolica.
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