Cosa ha detto Papa Leone XIV ai Movimenti nella due giorni di Giubileo con la Pentecoste: l'educazione allo Spirito Santo, il riscoprirsi comunione e amore
DALLA VEGLIA ALLA PENTECOSTE: COSA HA DETTO PAPA LEONE XIV AI MOVIMENTI ‘LIEVITO’ DI UNITÀ
Una due giorni in Piazza San Pietro, che diventano tre con l’udienza del venerdì con tutti i responsabili: si è chiusa con la benedizione nel Regina Coeli di questo pomeriggio il Giubileo dei Movimenti 2025 con Papa Leone XIV, in un parallelo tutt’altro che marginale con la Festa della Pentecoste cinquanta giorni dopo la Santa Pasqua del Signore. È infatti nel costante confronto con l’opera dello Spirito Santo nel mondo per volere di Cristo che il Santo Padre invita tutti i carismi dei Movimenti – nessuno escluso – a farsi sempre più uniti con il ‘corpo centrale” della Chiesa, seguendo il motto di Papa Leone XIV, “In Illo Uno Unum” (in Colui che è Uno, siamo uno).
Oltre 70mila i pellegrini in Piazza San Pietro, sia nella Veglia di sabato sera che nella Santa Messa di Pentecoste stamattina: da Comunione e Liberazione all’Azione Cattolica, passando per i Focolarini e il movimento Neo Catecumenale, con tutte le altre associazioni e sigle che manifestano nel mondo il Vangelo di Gesù secondo peculiari carismi: durante la lunga cerimonia di ieri sera in un Vaticano gremito di pellegrini, Papa Leone XIV ha invitato a farsi prossimi a Cristo per sperimentare la Sua pace affinché siamo realmente «aperti al Regno di Dio».
La vera conversione è proprio quell’apertura d’animo e di cuore davanti all’iniziativa del Signore tramite il Suo Spirito, «da Gesù ascoltiamo che tutto si trasforma, perché Dio regna, perché Dio è vicino». Al Giubileo dei Movimenti 2025 è ancora il Santo Padre a riflettere sulla missione della Chiesa nel corso della storia, ribadendo la centralità del concetto di sinodalità (intesa come «percorso comune verso la medesima direzione») e di movimento, in quanto dove esiste lo Spirito Santo «allora c’è cammino, c’è movimento, siamo un popolo in cammino».
Al contrario di quanto “sussurra” il mondo secolarizzato, la fede cristiana fa immergere ancora di più nell’umanità di tutti i giorni: come già aveva spiegato ai responsabili dei Movimenti ecclesiali in udienza lo scorso venerdì, Papa Leone XIV ricorda a tutti come il carisma particolare di annunciare il Vangelo è come «un lievito nella pasta che fa tutto fermentare».
L’EDUCAZIONE DELLO SPIRITO SANTO: L’INVITO DELLA CHIESA A TUTTI I CARISMI DEI MOVIMENTI
Il vivere la fede in maniera comunitaria è l’unico modo per non rimanere chiusi e “asfittici” nell’individualismo principe di questo mondo: Papa Leone XIV nella Veglia al Giubileo dei Movimenti sottolinea come il vivere assieme in fraternità sia sempre potenziale luogo di incontro con lo Spirito Paraclito del Signore: fuori dalla comunione, dall’essere assieme, anche il più originale dei carismi è destinato ad appassire, aggiunge il Pontefice invocando l’evangelizzazione e spiritualità solo come modalità in cui è Dio ad operare e l’uomo può aderirvi con piena libertà.
Per questo motivo, il Papa invita a rimanere in “contatto” con Gesù, rimanendo in legame con le stesse Diocesi che ospitano i vari Movimenti: «Siate dunque legati profondamente a ciascuna delle Chiese particolari e delle comunità parrocchiali dove alimentate e spendete i vostri carismi». Stamane nell’omelia della Santa Messa di Pentecoste 2025, ancora Leone XIV rinnova l’invito a seguire i doni dello Spirito Santo in uno spirito “comune”, unico in grado di generare un’autentica pace tra i popoli.
È lo Spirito Santo che discende sull’umanità e sui Movimenti che può aprire le frontiere dentro il cuore di ciascuno, dentro le relazioni umane – evitando violenze e soprusi, come la piaga della violenza contro le donne – ma anche dentro le relazioni umanitarie internazionali: Papa Leone XIV chiede a tutti i Movimenti e le associazioni di non distogliere mai il proprio carisma dal legame con Cristo, educando alla comunione con Lui e riconoscendo l’amore infinito che il Signore ha per ogni suo figlio.
La pace può realizzarsi davvero solo che se tutti i cristiani (e non) possono riscoprirsi «pellegrini e non predatori», in grado di testimoniare ad un mondo lacerato dalla guerra la vera educazione dello Spirito a camminare insieme. Un mondo “mangiato” dall’individualismo, anche tramite i Movimenti nella Chiesa, può recuperare la vera socializzazione salvando l’umanità dalla solitudine.