IL RABBINO DI SEGNI RINGRAZIA IL PAPA PER L’INVITO A RAFFORZARE IL DIALOGO TRA LE FEDI “SORELLE”
Non solo lo ringrazia, ma accetta l’invito e presenzierà alla Messa di inizio Pontificato di domenica prossima: il Rabbino di Roma, Riccardo Di Segni, ha ricevuto nelle scorse ore un messaggio privato e personale da Papa Leone XIV che invita a rafforzare il dialogo tra le due fedi monoteiste e legate alle origini comuni e vincolanti nella Sacra Bibbia. In un contesto internazionale dove il popolo ebraico viene identificato pienamente al Governo di Israele – e contestato, minacciato e insultato per questo – la scelta acuta e senza strepitii della nuova Chiesa di Papa Prevost risalta ancora di più.
Il Rabbino Capo di Roma ha infatti spiegato in una nota di aver ricevuto la lettera di Papa Leone XIV che impegna la Chiesa di Cristo a voler rafforzare ulteriormente la cooperazione e del dialogo con i fratelli ebrei: non solo, il Pontefice ricorda al Rabbino Di Segni che la solidarietà e la comune azione con il popolo ebraico resta all’interno dello spirito annunciato nella “Nostra Aetate”, la dichiarazione del Concilio Vaticano II sulle relazioni tra la Chiesa e le religioni non cristiane (all’insegna del rispetto e del confronto per la comune ricerca della fede religiosa).
Oltre ad informarlo dell’elezione a nuovo Pontefice, Papa Prevost ha scritto nel messaggio inviato al Rabbino Capo di voler proseguire il proficuo rapporto e cooperazione con la religione dei fratelli ebrei: è poi lo stesso Di Segni che conferma la sua presenza alla “intronizzazione” del Santo Padre domenica prossima (ore 10 in Piazza San Pietro, qui tutti i dettagli) a seguito dell’invito mandato da Leone XIV. «Accolgo con gioia, soddisfazione e gratitudine» le parole e il senso della lettera del Pontefice, chiosa il Rabbino della Comunità Ebraica di Roma nella breve nota pubblica.
DOPO LA TELEFONATA CON ZELENSKY, LA LETTERA AL RABBINO CAPO DI ROMA: LA PACE DISARMATA (E DISARMANTE) DI LEONE XIV
Da quella duplice, spiazzante, descrizione del termine pace – “disarmata e disarmante” – pronunciata già nel suo discorso dalla Loggia in Vaticano dopo la fumata bianca, Papa Leone XIV intende mettere subito in pratica il senso di quell’invito alla pace che sgorga dal messaggio di vita e verità del Vangelo di Cristo. E dunque nel giro di due giorni, prima la telefonata al Presidente dell’Ucraina Zelensky, ora il messaggio al Rabbino ebraico Di Segni, che seguono gli appelli di pace pronunciati nel suo primo Regina Coeli da nuovo Pontefice.
La richiesta di interrompere tutte le guerre per sempre sarà pure un elemento “banale” per il Capo della Chiesa Cattolica, ma a stupire è l’immediata messa in pratica di quegli appelli voluto fortemente da Papa Leone XVI: questo, unito alla vicinanza espressa nuovamente con la popolazione palestinese presente a Gaza, dove i contatti diretti non sono mancati né con Papa Francesco né ora con il Santo Padre Robert Francis Prevost.
L’indomani del colloquio con il Capo del Governo ucraino, il presidente della Conferenza Episcopale di Kiev – monsignor Vitalij Skomarovskyj – ha ringraziato Papa Leone XIV per la vicinanza e piena solidarietà con il popolo funestato dal conflitto, rinfrancato dalla possibilità di una potenziale visita futura del Santo Padre cattolico nella terra in guerra da oltre tre anni. Stupisce la semplicità e la messa in atto delle parole con cui fin dal primo giorno di Pontificato Prevost intende dare testimonianza al concetto centrale della pace cristiana: dottrina, fede, preghiera e cooperazione per il bene comune, come ha ricordato anche oggi lo stesso Pontefice nella visita privata alla sede degli Agostiniani dove per anni è stato Moderatore Generale.