Fine vita, Papa Leone XIV ai vescovi UK per promuovere la cultura di cura e amore: “non miniamo la vita”. Le parole alla vigilia dell'incontro con la CEI
IL “GRAFFIO” DI LEONE XIV SUL FINE VITA: “NON VA MINATA LA CIVILTÀ DELLA VITA”
Intendiamoci, non sarebbe mica una novità che un Pontefice si schieri apertamente contro l’eutanasia, contro ogni logica di “fine vita autodeterminata”: da Francesco a Papa Leone XIV la posizione della dottrina sociale della Chiesa (giustamente) non varia di una virgola sulla centralità della vita e dell’amore, nella sequela del Vangelo di Gesù. Quello però che il Santo Padre ha compiuto ieri nel messaggio inviato (tramite il Cardinale Parolin, Segretario di Stato in Vaticano) ai vescovi britannici per la Giornata per la Vita 2025 è un passaggio importante, giunto in un momento diciamo non proprio “casuale” ovvero alla vigilia della possibile legge sul Fine Vita annunciata dal Governo italiano.
Nel telegramma inviato alle Conferenze Episcopali di Inghilterra, Scozia, Irlanda e Galles – che celebrano assieme l’evento “Day for Life 2025” – Papa Leone XIV è molto netto nell’esprimere quello che società, Governi e Parlamenti si auspicano abbiano sempre a cuore, pur al di fuori di un mero discorso religioso: «l’intera società sia incoraggiata a difendere, anziché minare, una civiltà fondata sull’amore autentico e la compassione genuina». È però la testimonianza cristiana che in tal senso può fare la differenza, non tanto con “l’imposizione” di un proprio dettame (la difesa della vita), ma testimoniando appunto la speranza e la cura con cui provare a stare vicini a persone malate e che vedono nella loro sofferenza un ostacolo spesse volte davvero insormontabile.
IL MESSAGGIO (FORSE NON CASUALE) ALLA VIGILIA DELL’INCONTRO DEL PAPA CON LA CEI
Sono condizioni difficili e non servono parole “dure”, ma semmai di apertura e speranza continua: nell’anno del Giubileo dedicato alla speranza, scrivono ancora Parolin con il Pontefice Prevost, trovare nella sofferenza il senso “rinato” di speranza è qualcosa di profondamente cristiano che la Chiesa può ancora testimoniare al mondo dilaniato da valori considerati sempre più lontani.
La sofferenza resta sempre un mistero, così tanto presente a fondo nell’animo ed esperienza umana, ma può sempre essere «trasformata dalla grazia in un’esperienza della presenza del Signore»: nel suo messaggio ai vescovi UK, infine, Papa Leone XIV prega affinché tramite la testimonianza dei presuli e di tutti coloro che vivono l’esperienza della Chiesa si possa dare piena voce alla dignità che Dio dona ad ogni cuore umano. L’accompagnamento ai malati più gravi sia di costante aiuto e testimonianza per una società che sia sempre più «incoraggiata» a non minare la vita con eutanasia, suicidio assistito e quant’altro, e al contrario a fondarsi sull’amore e la compassione autentici.
Tutto questo avviene alla vigilia dell’incontro di Papa Leone XIV con i vescovi italiani, in udienza domani mattina in Vaticano alle ore 10: dopo l’incontro con il Santo Padre, la CEI si riunirà nella 80esima Assemblea Generale per alcuni punti programmatici e adempimenti dello Statuto, ma all’ordine del giorno dovrebbe comparire anche la discussione sulla prossima legge annunciata dal Governo Meloni sul Fine Vita.
Nei giorni scorsi, davanti ai primi annunci dati dal Centrodestra sui contenuti della legge (che si “permea” sui rilievi della Corte Costituzionale, ndr) – specie sulle cure palliative e sul “no” fermo alla cultura del diritto al suicidio – la Chiesa italiana si era detta molto favorevole alla messa a terra di una legge che chiarisca al meglio e impedisca fughe in avanti della Regioni.

Dalla Francia all’Italia, così come in molte realtà europee, le leggi sul Fine Vita sono diverse e disparate con la Chiesa di Leone XIV che intende lanciare un messaggio molto chiaro: amore, vita e testimonianza, contro le culture di scarto e abbandono del malato, del più sofferente.