LA PRIMA UDIENZA GENERALE DI PAPA LEONE XIV SULLA PARABOLA DEL SEMINATORE
«Sono lieto di accogliervi in questa mia prima Udienza Generale»: viene cos’ ripreso il ciclo delle catechesi giubilari sul tema di Gesù Cristo nostra speranza, iniziate da Papa Francesco e ora proseguite da Papa Leone XIV nella sua settimana di intronizzazione (che si concluderà domenica con le prese di possesso delle Basiliche in Laterano e Santa Maria Maggiore, dopo San Paolo fuori le mura di ieri).
Serve meditare sulle parabole del Signore per ritrovare la speranza, sottolinea il Santo Padre davanti ad una Piazza San Pietro ancora gremita pochi giorni dopo la sua prima Santa Messa solenne: «le parabole ci mostrano come Dio opera nella storia». Papa Leone XVI si sofferma sulla parabola particolare che “introduce” tutte le altre, ovvero quella del seminatore: «in questo racconto possiamo riconoscere il modo di comunicare di Gesù che tanto insegna per l’annuncio del Vangelo oggi».
La parabola racconta una storia quotidiana ma ci dice anche qualcosa in più, ci rimanda ad un significato più profondo: «ci invita a non fermarci all’apparenza facendoci fare domande», rileva il Santo Padre chiedendo a se e a tutta la cristianità cosa dice per ognuno la parabola del seminatore. Una parabola è qualcosa che “getta davanti” qualcosa che spinge ad interrogarci: con il seminatore si tratta della dinamica della parola di Dio, «ogni singola parola del Vangelo è un seme che viene gettato nel terreno della nostra vita».
L’immagine del seme porta diversi significati nella Bibbia e torna spesso, proprio perché Cristo vuole parlare all’umanità nella storia per parlare del grano, del tesoro, del seme che ha frutti nel terreno: il seme, ovvero Cristo, cresce nel mondo, nella Chiesa e nel nostro stesso cuore.
DA VAN GOGH A PAPA LEONE XIV: “DIO È UNO SPRECONE CHE CI AMA COSÌ TANTO DA GETTARE IL SEME IN OGNI TERRENO, ANCHE I PIÙ IMPOSSIBILI”
La parola del Signore affascina ma non tutti l’accettano: «un seminatore molto originale getta i semi anche dove è impossibile che possa crescere qualcosa, è un atteggiamento che stupisce e fa chiedere “come mai”. Ecco, l’umanità è abituata a calcolare le cose ma questo «non vale nell’amore di questo seminatore “sprecone”, è un immagine di quanto Dio ci ama».
Il destino del seme dipende anche dal modo in cui il terreno lo accoglie e dagli scenari che si trovano: «Gesù getta il seme in ogni tipo di terreno, in qualsiasi nostra situazione e nonostante le nostre distrazioni e preoccupazioni», così come altri momenti in cui siano disponibili, «Dio ci ama così e non aspetta che diventiamo il terreno migliore, ma ci dona sempre la Sua parola». È nella fiducia che Dio ha su di noi fa crescere la speranza e il miglioramento del proprio cuore per accogliere il seme.
Gesù è la parola, è il seme e per portare frutto «lui deve morire»: la parabola dice che Dio è pronto a sprecare per noi ed è disposto a morire per cambiare la nostra vita, come dipinge Van Gogh nel “Seminatore al tramonto”, citato da Papa Leone XIV nell’Udienza Generale del mercoledì. Quel seminatore, dice il Pontefice, è immagine di speranza: «non sappiamo come il seme ha portato frutto ma è così, tutto il dipinto è dominato dall’immagine del sole che ci ricorda che è Dio a muovere la storia anche se ci sembra assente».
Occorre chiedere al Signore la grazia di accogliere sempre questo seme, che è sua parola: «anche se ci accorgiamo di essere un terreno non fecondo non serve scoraggiarci ma possiamo sempre chiedere al Signore di farci diventare un terreno migliore».
Al termine dell’Udienza Generale Papa Leone XIV ha voluto dedicare un momento di preghiera per la pace contro ogni conflitto, in particolare nel Medio Oriente dove «è sempre più dolorosa la situazione nella Striscia di Gaza, invito ancora alla pace per far finire il prezzo straziante pagato da bambini, anziani e persone malate. Entrino subito gli aiuti umanitari». Il pensiero va poi a Papa Francesco che esattamente un mese fa è tornato alla casa del Padre, sottolinea Prevost prima della Benedizione finale all’Udienza Generale in Piazza San Pietro.