Rubin ha 48 anni ed è un papà rom che nel 2017 è stato arrestato dopo le accuse dalla figlia, che oggi ha 23 anni, di averla picchiata e violentata. Dopo sei anni di carcere e di conseguente calvario, il condannato è stato assolto con formula piena: «La mia forza è il sapere di essere innocente – ha raccontato Rubin ai microfoni del Corriere della Sera, che non sembra provare rancore verso la figlia – di non aver fatto nulla a mia figlia, la cosa più preziosa che ho. Nei mesi di carcere ero sconvolto, ma non ho mai provato rancore nei suoi confronti. Ho sempre cercato di proteggerla».
A far scarcerare l’uomo è stata la stessa ragazza, che durante il processo ha ritrattato, spiegando davanti ai giudici di aver denunciato il papà per poter essere libera e vivere una relazione con il ragazzo che le piaceva: «Volevo stare con lui senza limitazioni – ha detto la giovane 23enne in tribunale – o essere controllata, così ho inventato quella storia. Non credevo che denunciando, mio padre potesse finire in carcere». Una vicenda che è iniziata 6 anni fa, quando il 48enne di etnia rom, residente in un quartiere di Pavia, viene accusato di violenza sessuale dalla figlia e nel contempo di maltrattamenti della moglie.
PAPA’ ROM ACCUSATO DI STUPRO DA FIGLIA: IL COMMENTO DELL’AVVOCATO
La ragazza, che all’epoca aveva 17 anni, era minorenne, voleva fare le sue esperienze senza il controllo del genitori, ed era scappata di casa trovando ospitalità da una lontana parente e frequentando il suo compagno.
«I messaggi che per la Procura erano persecutori – le parole dell’avvocato del 48enne, il legale Fabrizio Aronica – in realtà avevano un contenuto protettivo nei confronti della figlia da parte del mio assistito. In merito alle violenze subite, poi, non ci sono stati riscontri di nessun tipo: referti medici o testimonianze. Anche la moglie che, stando a quanto denunciato dalla figlia subiva maltrattamenti dal marito, ha sempre difeso il coniuge, così come i sei familiari che condividono lo stesso bilocale. Per questo chiederemo il ristoro per ingiusta detenzione per il primo periodo trascorso in carcere».