DOPO L’ULTIMO SALUTO A PAPA FRANCESCO SCATTA IL CONTO ALLA ROVESCIA VERSO IL CONCLAVE 2025
Con l’ultimo, commosso, saluto che Piazza San Pietro tributerà a Papa Francesco nel suo ultimo viaggio terreno verso la tumulazione del feretro in Basilica di Santa Maria Maggiore, la strada verso il Conclave 2025 si fa ora sempre più vicina. Dopo i funerali in Vaticano, nei prossimi 9 giorni le “Novendiali” scandiscono il tempo – con le celebrazioni in suffragio del Santo Padre – verso l’inizio del periodo di grande attesa della Chiesa mondiale verso l’elezione del nuovo Pontefice.
Da giorni ormai è in corso tra siti di scommesse, media e social una “corsa” al totonomi per i “papabili” nel Conclave 2025, atti ad individuare il profilo “ideale” per seguire il Pontificato di Bergoglio: l’interesse e la curiosità resta altissima, ma l’impressione è che sgorga più per l’effetto “evento planetario” 12 anni dopo l’ultima volta, che non per una effettiva attesa religiosa su chi è chiamato a servire la Chiesa di Cristo nel ruolo che fu per primo di San Pietro.
Un conto infatti è considerare i “papabili” da un profilo mediatico, un altro è provare a ragionare su quali istanze e quali territori possano portare alla Chiesa di Roma il “profilo” adatto a convincere il Collegio dei Cardinali ad affidargli il delicatissimo ruolo di Papa.
Questo non significa certo che i nomi emersi nelle classifiche dei “papabili” in questi giorni di pre-Conclave non abbiano tutte le carte in regola – religiose, comunicative e culturali – per il ruolo di Pontefice: dal cardinale Parolin al cardinale filippino Tagle, dal Presidente della CEI Zuppi ai cardinali elettori africani come Turkson (Ghana) e Besungu (Congo), passando per il cardinale Pizzaballa e il conservatore ungherese Peter Erdo. Secondo le varie classifiche espresse finora, il Segretario di Stato in Vaticano assieme a Tagle e allo stesso cardinale Patriarca di Gerusalemme avrebbero i “favori” del pronostico, un calcolo però costruito su algoritmi e interessi più mediatici che altro.
I “PAPABILI”, LA GEOGRAFIA DEI CARDINALI ELETTORI E IL (VERO) CRITERIO PER L’ELEZIONE DEL PAPA
Di contro, i medesimi suddetti cardinali restano comunque “papabili” per il Conclave 2025 per personalità, meriti ecclesiastici e sensibilità diverse tra loro che potrebbero tutti dare un profilo specifico all’eventuale prossimo Pontificato. «Pace e dialogo», i due “moniti” lasciati in eredità da Papa Francesco si sposerebbero benissimo con molti dei 135 cardinali che siederanno al Conclave tra il 5 e il 10 maggio prossimi con il via libera alle votazioni “extra omnes” in Cappella Sistina. Il gruppo “italiano” con Zuppi, Parolin e Pizzaballa rappresentano un proficuo ruolo di dialogo diplomatico nei rispettivi ambiti, anche se restano cardinali molto diversi tra loro per esperienze giovanili e carismi cattolici.
Allo stesso modo, ragionare – come si vede in questi giorni di totonomi sui papabili del Conclave un po’ dovunque – su un unico singolo elemento legato ad un candidato (come “dialogo coi poveri” per Zuppi, o “opposizione alle benedizioni gay in chiesa” per Besungu) è materia simpatica e curiosa, ma non definisce appieno la complessità di istanze che viene messa a dibattito nelle varie votazioni interne al Conclave. Per questo, più che sui nomi, occorrerebbe ragionare seriamente sulla “geografia” che compone il prossimo Collegio Cardinalizio: dei 135 elettori ufficiali (qualora fossero tutti confermati, come spieghiamo in questo focus), 108 sono stati nominati da Francesco, 22 da Benedetto XVI e 5 che rimangono “eredi” delle nomine di Giovanni Paolo II.
La provenienza è importante soprattutto per capire verso dove intende “rivolgersi” la Chiesa di Cristo nei prossimi anni: verso il cuore dell’uomo senza latitudine a livello generale, ma è inevitabile che un allargamento delle attenzioni ecclesiali in questi anni “Venti” del secondo millennio potrebbero vedere scenari come Asia e Africa come terreno fertile per l’emergere di una fervida religiosità cattolica.
E dunque, dei 135 totali, 53 sono europei (17 italiani, lo Stato più “rappresentato”), 23 a testa per Sud America e Asia, 18 per l’Africa, 10 per gli USA e 4 per Oceania e Canada. Ragionare su una Chiesa più aperta al sud e all’est del mondo significherebbe mettere nel mirino dell’attenzione candidati cardinali come Tagle dalle Filippine o Maung Bo dal Myanmar, oppure gli africani Sarah, Besungu o Turkson.
Tutto sempre fermo restando che dopo i funerali di Papa Francesco oggi, la corsa verso il Conclave 2025 lascia in realtà aperto ogni scenario e ambito dato che il vero “protagonista” della riunione dei cardinali non è la politica, la teoria o la sociologia: è l’intercessione dello Spirito Santo, attraverso i cardinali elettori, ad essere il vero principio ispiratore secondo la dottrina della Chiesa Cattolica. Per chi crede, è lo Spirito che fin da San Pietro accompagna e consiglia i cardinali nell’esprimere il nuovo Vescovo di Roma, chiamato a rappresentare Cristo in Terra proseguendo l’opera del Signore nel testimoniare la fede nella Verità.