Antonio Pappalardo ha perso i suoi gradi: l’Arma dei Carabinieri infatti ha deciso di degradare il 75enne oramai ex Generale palermitano, in congedo dal lontano 2006, e che negli ultimi anni ha fatto parlare di sé prima per via dell’impegno politico in prima persona col partito Movimento Liberazione Italia, di cui è presidente, e poi con l’attivismo in quello dei Gilet Arancioni, da mesi impegnato nella lotta contro la presunta “dittatura sanitaria” del Covid-19 e nell’istigare nella popolazione condotte anti-governative e vagamente sovversive. Stando a quanto si apprende, al leader del movimento è stato notificato un provvedimento da parte del Ministero della Difesa a causa di motivi disciplinari.
A spingere il Ministero a prendere prima le distanze da Antonio Pappalardo e il suo sgangherato movimento e poi a degradarlo, una delle maggiori onte per chiunque abbia indossato una divisa e servito il Paese, sono state non solo le sue condotte da capopopolo e alcuni discorsi che danneggiavano gravemente il nome dell’Arma e di tutte le forze armate ma anche l’invito esplicito a violare le disposizioni governative in materia di contenimento della pandemia da Covid-19. “Perdita del grado per rimozione” è in termine tecnico il contenuto del provvedimento notificato al 75enne ex carabiniere siciliano che sarebbe responsabile di “condotte lesive del prestigio delle forze armate”.
ANTONIO PAPPALARDO ‘DEGRADATO’ PER MOTIVI DISCIPLINARI: NON E’ PIU’ GENERALE PERCHE’…
Insomma, ora Pappalardo non potrà più farsi chiamare generale nelle sue uscite pubbliche e nelle (in verità fortunatamente scarse) interviste televisive, divenuto negli ultimi anni uno dei volti più in vista della galassia complottista in salsa italica e punto di riferimento per alcuni movimenti vicini alla destra estrema che vedevano in lui, ma non solo, un portavoce autorevole per insorgere contro lo stato di polizia sanitaria che, a loro dire, vige in Italia a seguito dell’emergenza Coronavirus. Tutto questo per il Ministero non era più compatibile con i gradi di Carabiniere, corpo dell’Arma che ha disonorato con una serie di iniziative e campagne che nemmeno troppo velatamente invitavano a contravvenire alla legge.
In attesa di capire come reagirà l’ex ufficiale (che intanto ha già parlato di “diritti politici violati”) e quali saranno le prossime iniziative del movimento dei Gilet Arancioni, un po’ appannato nell’ultimo periodo e che pare avere vivacità più che altro sui social network, resta dunque nel provvedimento notificatogli il “disonore” arrecato dallo stesso Pappalardo nel periodo della pandemia, contribuendo così a minare pure il prestigio degli uomini in divisa in un periodo particolarmente delicato della storia repubblicana. Pur non arrivando a deliri sullo stile di coloro che negano ufficialmente anche che vi sia una pandemia, l’ex generale Pappalardo non ha mai esitato a scendere in piazza al fianco di No Vax e negazionisti, rifiutando a volte di indossare la mascherina (definita “pericolosa”) e sostenendo a più riprese che il lockdown è stato “inutile e irragionevole”. Insomma, la liberazione dell’Italia è per ora rinviata a data da destinarsi e, se mai avrà luogo, vedrà Pappalardo nelle vesti di semplice cittadino e non più di generale dell’Arma.