Una strana epidemia di eruzioni cutanee ha fatto scattare l’allarme al Pareo Park di Giugliano. Qualche giorni fa sono comparse ai piedi di tanti bambini che avevano frequentato una delle piscine nella prima apertura della stagione. L’analisi delle acque ha rilevato che queste non erano balneabili. Sono stati individuati infatti batteri e inquinanti chimici dai tecnici, dall’Arpac e dalla Asl Napoli 2 Nord. In un caso si registrano addirittura valori di batteri decine di volte superiori alla norma. I risultati sono stati trasmessi al sindaco di Giugliano e alle autorità competenti, chiedendo la chiusura della struttura in attesa dei risultati di nuovi prelievi. Ma questa problematica è emersa in tutte le piscine della struttura e anche nei condotti di approvvigionamento. Imminente dunque la sospensione delle attività in tutta la struttura. Va comunque chiarito che la presenza di concentrazioni anomale di batteri nelle acque non causerebbe il fenomeno delle bolle ai piedi. Come riportato da Il Mattino, gli igienisti spiegano che ogni infezione ha bisogno di un periodo di incubazione. Quindi è più verosimile che l’uso di detergenti e disinfettanti in quantità accessibile hanno irritato la cute.
PAREO PARK GIUGLIANO, BAMBINI CON BOLLE AI PIEDI
Sulla vicenda è intervenuto il consigliere regionale dei Verdi e membro della commissione Sanità Francesco Emilio Borrelli, il quale ha spiegato che oggi ha presentato un Question Time sull’episodio verificatosi il 23 giugno scorso al Pareo Park di Giugliano. «In particolare per quanto riguarda l’acqua di approvvigionamento è stata rilevata la positività dei rilievi di fluoruro e di coliformi mentre nell’acqua delle piscine è stato riscontrato un superamento dei limiti di Pseudomonas Aeruginosa e dei corretti parametri di Ph». Borrelli ha spiegato che ci sono stati 95 accessi solo presso l’ospedale pediatrico Santobono, ma ci sono altri casi. L’indagine epidemiologica avviata dall’Asl Napoli 2 Nord ha portato all’acquisizione di referti da Pozzuoli e altri comuni afferenti ad altre aziende sanitarie. «Adesso non resta che attendere che l’azienda provveda alla bonifica e venga chiarito come è stato possibile tutto ciò. Una vicenda del genere non doveva mai succedere», ha concluso Borrelli.