5 CARDINALI PAPABILI, 6 TEMI “CHIAVE”: L’ANALISI SUI MEDIA VERSO IL CONCLAVE 2025
È tutt’altro che banale e secondario quanto nei media di mezzo mondo sta emergendo sui vari temi rilevanti nella vita della Chiesa Cattolica: l’interesse attorno al Conclave 2025 al via domani, le discussioni sui vari cardinali papabili e lo sguardo a ciò che sarà il futuro della cristianità in rapporto ai cambiamenti geopolitici, fanno ben intuire la centralità che ancora oggi nel 2025 l’elezione di un nuovo Papa rappresenta per l’intera globalità.
Sul portale Euronews (ma anche su diversi altri siti americani ed europei) si affollano gli scenari sui vari papabili, con 5 nomi più di tutti che vengono ritenuti potenziali “profili” per succedere a Papa Francesco: Pietro Parolin, Matteo Maria Zuppi, Peter Erdo, Fridolin Besungu, Luis Antonio Tagle vengono visti come i veri “papabili”, a cui forse andrebbero aggiunti Pierbattista Pizzaballa e Jean-Marc Aveline. Ebbene, è stato raccolto dai colleghi di Euronews un interessante sunto dei pensieri su 6 temi definiti “controversi” che dal Sinodo in poi hanno affollato anche le discussioni interne alla Chiesa Cattolica: celibato dei preti, divorziati ammessi all’eucaristia, donne diacono/prete, cambiamento climatico, uso contraccettivi e matrimoni tra persone dello stesso sesso.
În un ultra sunto occorre riconoscere come sul fronte più spinoso delle coppie LGBTQ chi si è disposto a favore di una maggiore integrazione i cardinali Zuppi e Tagle, mentre Besungu ha criticato pubblicamente la dichiarazione Fiducia Supplicans sulle benedizioni ammesse alle coppie egualitarie, con il Card. Parolin che si è detto “fedele alla tradizione” della dottrina. Molto contrario l’ungherese Erdo che infatti ribadisce come il matrimonio cristiano non può ammettere unioni omosessuali: sul tema dei contraccettivi prima del matrimonio, i più “aperti” restano Tagle e Zuppi, mentre Erdo e Parolin rappresentano posizioni più conservatrici.
Sul tema delicato dei divorziati riammessi, sul fronte dell’ascolto e del dialogo si sono esposti Parolin e Zuppi, con Tagle che si dice più timoroso nel modificare il diritto canonico in merito; Erdo e Besungu invece ritengono che rimane verità cristiana l’indissolubilità del matrimonio. Più o meno tutti concordi nel ribadire l’urgenza di agire contro il cambiamento climatico (seguendo Papa Francesco), mentre posizioni diverse si scorgono sull’accesso delle donne agli incarichi sacri: Zuppi, Tagle e Parolin si dicono contrari, Besungu ha spiegato di non essere per forza contrario alla prospettiva in Africa di donne diaconi.
Da ultimo, sul celibato dei preti, l’unico realmente a favore di una discussione è il Presidente della CEI, mentre gli altri papabili avrebbero espresso molto più di un dubbio in merito in questi anni di lunga carica ecclesiastica.
SIAMO SICURI BASTI SAPERE I TEMI “CONTROVERSI” PER DEFINIRE COSA SERVA ALLA CHIESA?
Una sorta di “identikit” fornito dalle ultime Congregazioni dei Cardinali prima del Conclave 2025 sottolineano la necessità di avere un “Papa pastore” che guardi al bene della Chiesa, all’unità profonda di tutti i cristiani, ma che soprattutto riponga al centro la fede in Cristo come pietra angolare da cui tutto può dipendere. Ebbene, seppure ci rendiamo conto che siano tematiche meno “interessanti” di approfondite dinamiche su geopolitica, interessi, posizioni anche importanti sui temi considerati chiave dal mondo moderno, la nomina del nuovo Papa è (si spera) qualcosa di più.
Sapere cosa i vari Parolin, Erdo, Tagle, Besungu, Zuppi – ma perché no anche Pizzaballa, Aveline, Prevost, Romero, Turkson – pensino sulle questioni calde come matrimoni LGBTQ, le donne-sacerdote, o ancora il celibato dei preti e i temi ambientali come per i migranti, sono sicuramente utili a capire che figura di Pontefice potrebbe delinearsi in Conclave. Eppure ci sembra che questo non sia il “cuore” vero dei 133 elettori che si apprestano in Cappella Sistina ad indicare il prossimo Vicario di Cristo: o meglio, che il vero centro sia da un’altra parte, in un’altra origine.
Temi controversi, così come i punti chiave come la pace, la lotta alle disuguaglianze e il richiamo alla povertà, sono tutt’altro che elementi minimi in un Pontificato: eppure il successore di San Pietro è chiamato prima di tutto dalla dottrina cristiana di annunciare il Vangelo, di mostrare la Verità del Signore e di amare e accogliere ogni persona, indipendentemente da chi essa sia, tenendo però fermo il giudizio sull’eventuale peccato. Il punto è la fede in Gesù nella vittoria sulla morte: da quella “pietra angolare” ne consegue tutto il resto, dalla misericordia, al perdono, dall’apertura agli appelli di pace, fino ai temi più apprezzati dai media mondiali.
Anche il ricercare una piena unità dei cristiani in realtà può conseguire solo da un sano rapporto tra dottrina e testimonianza: si è uniti nell’unico Corpo che è Cristo solo con una fede viva, con una costante testimonianza di cosa significhi ancora oggi essere cristiani, di quanto il cattolicesimo non sia prima di tutto una “teoria” ma una vita piena nata da un incontro in grado di cambiare to per sempre la vita di ciascuno. Siamo dunque così sicuri che basti sapere cosa pensino i vari cardinali papabili sugli scenari dell’ultimo Sinodo per capire cosa serva davvero alla Chiesa del (prossimo) futuro?