La Lega propone una legge per limitare il numero di parrucchieri nelle città: si parla di limiti al rilascio delle licenze e nuove, salatissime, sanzioni
Dopo al recente riforma strutturale del settore degli estetisti – nel quale erano stati inclusi anche gli acconciatori – da parte di Fratelli d’Italia, la Lega ha deciso di proporre un nuovo disegno di legge con il quale si andrebbe a intervenire sul numero di parrucchieri e barbieri attivi nelle città in modo ridurre quella che i firmatari del disegno ritengono un’espansione eccessiva del comparto, ormai tale da aver compromesso le concorrenza e – di conseguenza – la qualità dei servizi dei parrucchieri.
Prima di arrivare ai dettagli sulla proposta vera e propria, vale la pena fare un passetto indietro per precisare – come accennavamo poco fa – che secondo i proponenti (ovvero, tra gli altri, Gianpiero Zinzi e Riccardo Molinari) attualmente i parrucchieri sono troppi, con il settore al centro di una “liberalizzazione indiscriminata” che nuoce alla qualità generale, all’innovazione e alla possibilità per nuovi attori più giovani di entrare nel comparto.
Stando ai dati, però, attualmente – o meglio, nel 2023, ultimo anno di cui abbiamo a disposizione dei numeri aggiornati – in Italia esistono poco più di 94mila parrucchieri, largamente incentrati nel Nord e scarsamente (appena il 19,9%) nelle Isole: facendo fede ai dati sulla popolazione italiana, insomma, attualmente i parrucchieri sarebbero più o meno uno ogni 626 persone; ipotizzando (erroneamente) una distribuzione uniforme sul territorio.
La proposta della Lega per “tagliare” il numero di parrucchieri: limiti alle licenze e incentivi per chiudere le attività
Al di là dei numeri, comunque, il disegno di legge sui parrucchieri è stato depositato e sta iniziando il suo iter di approvazione passando – innanzitutto – nelle mani della commissione sulle attività produttive: l’idea alla base è doppia perché da un lato di andrebbe a intervenire sul rilascio delle nuove licenze per gli aspiranti parrucchieri; mentre dall’altro si incentiverebbero quelli attualmente attivi a uscire dal settore per lasciare spazio ad altri colleghi.

Sul primo fronte, spetterà al Ministero delle Imprese redigere annualmente una lista di comuni per decidere – in base al numero di residenti, all’attuale concentrazione dei parrucchieri e al numero dei turisti annuali – quante nuove licenze possono essere rilasciate; mentre i comuni saranno anche tenuti a valutare le candidature per scegliere chi propone idee innovative, chi ha qualifiche migliori o anche esperienze pregresse nel settore.
Sul secondo fronte, invece, lo stesso dicastero dovrà mettere in campo delle iniziative – ovviamente di tipo economico – per stimolare la cessazione delle attività là dove i parrucchieri sono considerati troppi, oppure per riconvertirle o ammodernarle; mentre verranno anche aumentare le sanzioni – dagli attuali 250/5mila e 5mila/50mila – per chi opererà abusivamente senza aver ottenuto la necessaria licenza da parte del comune.
