La Pasqua – tradizionalmente vissuto come momento di rinascita e condivisione – si trasforma ogni anno in un paradosso ambientale: secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), il 10% dei cibi acquistati per le festività finisce nella spazzatura, con perdite economiche tra i 150 e i 200 milioni di euro.
Un’eredità amara per la Pasqua, un periodo che dovrebbe celebrare la condivisione: frutta, verdura, pane, latticini, carne e dolciumi – tra cui le iconiche uova di cioccolato – svaniscono nei cassonetti, frutto di acquisti impulsivi e di un “effetto assuefazione” post-festivo.
Ma non è esclusivamente una questione di spreco: ogni tonnellata di rifiuti alimentari genera 4,2 tonnellate di CO2, contribuendo all’inquinamento atmosferico, un problema che si intreccia con altri fattori critici, come l’aumento degli spostamenti in auto, aereo e pullman, cause dell’immissione di polveri sottili e ossidi di azoto.
La Sima ricorda che la Pasqua – con i suoi banchetti e viaggi – corre il rischio di diventare un moltiplicatore di danni ecologici, in un tempo in cui la crisi climatica impone scelte radicali: “Pianificare gli acquisti, conservare gli avanzi, donare le eccedenze” è il suggerimento di Alessandro Miani, presidente Sima.
Pasqua sostenibile: dalle uova “riciclate” ai consigli anti-spreco
La Sima segnala però progressi incoraggianti: i produttori di uova di Pasqua – ad esempio – hanno adottato nuove strategie per ridurre gli sprechi: quelle invendute vengono rimesse in commercio con sconti fino al 60%, trasformate in altri dolci, donate a fini sociali o convertite.
Una piccola rivoluzione verde, che ricorda le pratiche di economia circolare promosse da Paesi come la Francia, dove dal 2016 è vietato gettare gli alimenti invenduti.
Mala vera evoluzione sta ai cittadini: smaltire correttamente i rifiuti è fondamentale, con l’involucro di metallo delle uova che va nella plastica, il cartoncino nella carta, il cordoncino nei tessuti (se il Comune lo permette).
Per le colombe di Pasqua invece, la maniglia e il pirottino sono indifferenziabili; “Basta poco per fare la differenza”, afferma Miani, menzionando anche le app per donare il cibo in eccesso e ricette creative per gli avanzi in una sfida che tenta di conciliare tradizione e innovazione.