Patrizia Gucci è intervenuta in qualità di ospite nel corso della trasmissione di Rai Uno “Oggi è un altro giorno”, condotta da Serena Bortone, nella quale ha parlato della nascita della sua dinastia. La donna ha raccontato: “Mio bisnonno Guccio la fondò, perché si era innamorato della pelletteria, aveva anche studiato. Cominciò a rivolgersi quindi agli artigiani fiorentini e a riscontrare successo. Poi, nel 1953, fu mio nonno Aldo con i fratelli Rodolfo e Vasco a partire e disse: ‘Io porterò il Michelangelo a New York'”.
Piano piano arrivò il successo e tra i clienti di Gucci dall’altra parte dell’Atlantico c’erano nomi davvero illustri, del calibro di Jackie Kennedy, Maria Callas, Ava Gardner e Audrey Hepburn: “Avevano un senso estetico e del dettaglio davvero unico”. Si arriva quindi ai giorni nostri, con la storia di Maurizio Gucci, il cugino del padre di Patrizia Gucci, che verrà raccontata dal film di Ridley Scott in un film “non autorizzato dalla famiglia. Non ci ha contattato nessuno per chiederci il permesso di realizzarlo”.
PATRIZIA GUCCI: “L’UCCISIONE DI MAURIZIO FU UNO CHOC”
L’uccisione di Maurizio Gucci fu uno choc vero e proprio: “Non pensavamo potesse accadere alla nostra famiglia. Fummo vittima di un autentico linciaggio mediatico, con i media stessi che andavano a spulciare le nostre vicende in maniera sempre un po’ negativa. Noi ci dissociamo completamente da Patrizia Reggiani, è una persona completamente estranea alla nostra famiglia”.
Patrizia Gucci ha quindi aggiunto che non è mai riuscita a spiegarsi del tutto questo omicidio: “Una donna può essere arrabbiata, ma arrivare ad ammazzare il padre delle proprie figlie… Non c’è una spiegazione. Gli puoi fare un grosso dispetto, ma arrivare a quei punti no. Penso che avrebbe dovuto mettersi da una parte e starsene tranquilla. Doveva fare più di 17 anni di carcere, ma non voglio entrare nella vita sua. Ora, però, basta protagonismo”.