IL VERTICE TRA IL GOVERNO MELONI, IL VATICANO E LA CEI A 96 ANNI DAI PATTI LATERANENSI
Come ogni 13 febbraio anche ieri si è tenuto l’annuale vertice bilaterale tra Italia e Vaticano (con l’aggiunta della Conferenza Episcopale Italiana) per celebrare i Patti Lateranensi, capostipite dei rapporti rinnovati tra Stato Italiano e Chiesa Cattolica: un appuntamento che in questi primi tre anni di Governo Meloni la Presidente del Consiglio non si è mai fatta sfuggire, volendo sempre partecipare a fianco del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una ampia delegazione del Governo (oltre alla Premier anche i Ministri Giorgetti, Tajani, Roccella oltre ai vice Bellucci, Leo e Frassinetti) ha incontrato il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, alti rappresentanti della Santa Sede e pure il Presidente della CEI Matteo Maria Zuppi, tra l’altro anche responsabile della “missione di pace” voluta da Papa Francesco per la guerra in Ucraina.
Davanti agli sconvolgimenti mondiali tra guerre, dazi, violenze ed economie in conflitto, il Vaticano ha confermato la piena fiducia nell’operato del Governo Meloni, eccezion fatta per il tema migranti dove la posizione della Chiesa è storicamente molto più accogliente e ad “ampie maglie” rispetto ai valori tradizionali del Centrodestra: al netto della riservatezza su certi argomenti affrontati, quello che sappiamo del bilaterale Italia-Vaticano è legato alle dichiarazioni del “ministro degli Esteri” di Papa Francesco e il suo “omologo” italiano, capo della Farnesina. Al netto infatti dei tanti temi si unità tra i due Paesi, in memoria dei Patti Lateranensi viene espressa unità di intenti dalla Santa Sede per la difesa della famiglia, la promozione costante dei valori etici oltre alle preoccupazioni comuni per i tanti conflitti internazionali.
TRA GUERRE E SUICIDIO ASSISTITO, LA POSIZIONE DELLA CHIESA IN “UNIONE” CON IL GOVERNO DI CENTRODESTRA
Rispondendo poi ai giornalisti al termine del bilaterale tra Italia e Vaticano, il Card. Parolin entra nel merito di alcune tematiche affrontate al tavolo della ambasciata italiana presso la Santa Sede: nelle ore in cui Hamas dal Medio Oriente annunciava l’intenzione di rispettare la liberazione degli ostaggi, frutto dell’accordo sulla tregua a Gaza, il Segretario di Stato saluta con rinnovata fiducia i piccoli ma presenti spiragli di pace che si aprono all’orizzonte dopo anni difficilissimi alle porte dell’Europa. Sebbene chiarisca subito che la posizione di Papa Francesco e del Vaticano è contraria al piano di pace di Trump in merito allo spostamento dei palestinesi dalla Striscia – «Nessuna deportazione» – Parolin è anche convinto che una soluzione va trovata al più presto, e debba in qualche modo far coesistere i due Stati. La conferma e l’unità di intenti tra Italia e Vaticano viene rilanciata dal Ministro Tajani che al termine del bilaterale spiega come Roma faccia di tutto affinché la tregua possa consolidarsi, a cominciare dal rispetto degli impegni presi da Hamas nel confronto dei rapiti da liberare vivi.
Non di solo Medio Oriente vive quest’epoca buia e ricca di appelli disperati alla pace, che la Chiesa ogni giorno ribadisce dalla linea diplomatica del Vaticano: dopo che il Cremlino ha salutato con favore l’equiistanza mantenuta in questi anni da Papa Francesco, Parolin sottolinea di augurarsi dopo la telefonata Trump-Putin che si possa davvero arrivare ad una pace «duratura e giusta», confermando che vi sono tanti «movimenti e spiragli» con protagonisti anche i diplomatici della Santa Sede. Ciò che importa alla Chiesa e pure al Governo Meloni è che si possa arrivare a far terminare questa inutile carneficina iniziata con l’invasione delle truppe russe nel Donbass: «speriamo si concretizzi il piano di pace», conclude Parolin.
Un punto delicato all’ordine del giorno affrontato ma senza ancora una dichiarazione ufficiale dei due Paesi è la recente legge della Regione Toscana sul suicidio assistito: la Chiesa si è già espressa ieri con la nota dei vescovi toscani, guidati dall’arcivescovo Lojudice, dove si ribadisce il sancire come diritto alla morte per legge è «una sconfitta per tutti». A domanda specifica, il Ministro degli Esteri italiano ha sottolineato che la questione del Fine Vita è di competenza nazionale, lanciando una frecciata a tutti coloro che lamentano la riforma dell’Autonomia differenziata, «trovo strano che chi è contro poi appoggi una legge in Toscana sul suicidio assistito, e in un’altra Regione no».