BERSANI “SCARICA” IL PD: “SERVE UN NUOVO PARTITO DELLA SINISTRA. BASTA PRIMARIE”
C’è chi all’interno del partito vuole sciogliere il Pd e c’è chi da quel partito ne è uscito anni fa ma che ritiene oggi si debba comunque ripensare l’intera sinistra, arrivando a fondare un nuovo partito unico “più largo”: lo ha detto il leader di Articolo 1 Pier Luigi Bersani nell’intervista al “Corriere della Sera” sugli scenari che si aprono verso il Congresso del Pd (che sarà annunciato nella Direzione dem di giovedì). «Il problema nostro è costruire un progetto alternativo, che non si è presentato a queste elezioni. Bisognava dal giorno dopo del governo Conte II lavorare in altro modo, stringere i bulloni di un campo progressista», ha spiegato l’ex Segretario Pd, non ricandidato in Parlamento per scelta personale.
Secondo Bersani il Pd non deve rilanciare il tema delle primarie e cambiare semplicemente la Segreteria: «Basta primarie. Il dilemma non è sciogliere o non sciogliere il Partito Democratico», sottolinea l’ex Ministro del Lavoro, «ma allargare, è l’esigenza di un profilo, di un collegamento con il tema del lavoro, di una forma partito adeguata. Io lo chiamo un partito nuovo». La sconfitta cocente del Centrosinistra, arrivata iper-divisa alle Elezioni del 25 settembre, fa riflettere Bersani e l’intero “vecchio corso” ex Pci-Ds-Margherita: «In questi anni la forbice di disuguaglianza si è allargata drammaticamente, la fetta di italiani fuori gioco è cresciuta. Avremo mesi molto difficili, con forti tensioni sociali. E le élite, altro fattore di debolezza, hanno perso sensibilità sul fatto che questo Paese vada tenuto assieme».
D’ALEMA CON BERSANI E VELTRONI: “PD È DA RIFONDARE”. E SUL M5S…
Sempre al “Corriere” Pier Luigi Bersani rileva quella che dovrebbe essere la “chiave” per recuperare il terreno perduto in termini di consenso nella sinistra: «Credo che anche Meloni si renda conto che il modo di difendere gli interessi italiani è costruire una solidarietà europea, – evidenzia l’ex dem – perché qualche Paese ha i soldi e noi abbiamo i debiti. Su questa prima sfida si vede subito che tipo di governo e di opposizione avremo. Serviranno soldi, tanti. E poiché noi diciamo no ai condoni e al debito, non resta che prenderli dove sono». Secondo il responsabile della prima scissione in casa Pd (fatta con Speranza e D’Alema durante la reggenza Renzi), piuttosto che le primarie occorre allargare i cordoni del nuovo partito di sinistra coinvolgendo il Movimento 5Stelle.
«I Cinque stelle hanno mostrato sensibilità su temi acuti come povertà, ambiente, diritti, sobrietà della politica. Temi utili alla definizione di un campo progressista, ma che non toccano le strutture della uguaglianza da riprogettare: diritti e dignità del lavoro, fiscalità progressiva, welfare universalistico, politiche industriali e ambientali su cui la sinistra ha il know how e che non possono essere delegati ad altri», ha concluso Bersani. Poche ore prima al “Fatto Quotidiano” aveva parlato anche Massimo D’Alema sottolineando i medesimi concetti, «I dirigenti del Pd hanno pensato che la fine di Draghi provocasse un’ondata popolare nel Paese, travolgesse Conte e portasse il Pd, la forza più leale a Draghi, a essere il primo partito. Io non so che rapporti abbiano i dirigenti del Pd con la società italiana. Mi domando persino dove prendano il caffè la mattina, perché il risultato ha detto esattamente l’opposto». D’Alema, così come lo stesso Bersani, ritengono un errore imputabile a Renzi non aver aperto fin dall’inizio della scorsa legislatura l’alleanza M5s-Pd: «i 5S già all’inizio della legislatura avevano scelto il Pd come partner naturale, ma ci fu il diniego dell’allora leader del Pd (Renzi, ndr). Conte ha rifondato e ricollocato i 5S e il Pd ha bisogno di lui perché non intercetta più il voto popolare». Chi invece l’ha fondato il Pd, Walter Veltroni, a “La Stampa” denuncia una sorta di «immobilismo del Partito Democratico» e il «venir meno della dimensione di partito-comunità». La parola domani a Letta e alle varie correnti del Pd per capire cosa e come si strutturerà il Congresso del più grande partito di Centrosinistra.