Le (presunte) prove di alleanza tra mondo islamico politico e Pd a Torino: dai pro pal al Pro Mus mentre il partito si spacca sul Ddl Delrio
DAI PRO PAL AL PRO-MUS: IL RAPPORTO TRA PD E ISLAM A TORINO PREOCCUPA L’ALA RIFORMISTA
In piazza per chiedere al Governo di fare marcia indietro e bloccare l’espulsione dell’imam di Torino che esaltò la strage del 7 ottobre c’era un corteo foltissimo negli scorsi giorni, con bandiere pro-pal e anche alcuni esponenti dell’amministrazione comunale vicino al Partito Democratico: a questo si aggiunge la presenza del consigliere comunale Pd Abdullahi Ahmed nella giunta del sindaco Lo Russo al convegno di Pro Mus, sempre a Torino, così come altri esponenti Dem e pure il Presidente dell’Ucoii Yassin Lafram.
Si assiste insomma ad una certa simpatica politica tra un’ala del Pd nazionale e locale, con associazioni e appartenenti a sigle islamiche: in particolare Pro Mus è un organismo che tiene legami diretti con le liste civiche e le realtà culturali musulmane, e vedere alcuni membri Dem torinesi – così come altri consiglieri di Centrosinistra a Bra e Cinisello Balsamo – ha fatto scattare gli ambienti del Centrodestra alla possibilità che vi siano state prove di “alleanza” tra Pd e il mondo dell’Islam politico.

È su “Il Giornale” di oggi che viene fatta anche cronaca degli interventi al convegno Pro Mus, con la particolare vicinanza tra Ahmed, il n.1 dell’Ucoii e le realtà locali molto vicine ai movimenti pro Palestina, in piazza tutti negli scorsi giorni per chiedere la liberazione dell’imam Shahin, dopo l’espulsione decisa dal Ministro Piantedosi (ma bloccata dalla Procura perché perseguitato in patria.
In una sinistra che continua a guardare al “caso Mamdani”, il sindaco musulmano eletto a New York, lo spazio per alleanze e polemiche annesse sembra essere piuttosto “imminente”: il tutto mentre il Partito nazionale si sta dividendo sulla proposta di legge dell’ala riformista contro ogni forma di antisemitismo, a cominciare proprio da alcuni esponenti delle piazze pro-pal che invocano “altri 7 ottobre” contro lo Stato ebraico sionista.
ESISTE UNA “CORRENTE ISLAMICA” NEL PD?
Al netto di cosa potrà produrre la tentata alleanza di una parte del Partito Democratico torinese con le associazioni islamiche, può davvero considerarsi ad oggi l’esistenza di una “corrente musulmana”? Qualche giorno fa era stato Pasquale Napolitano sul “Giornale” a documentare la presenza nelle liste e in alcune amministrazioni comunali di numerosi esponenti vicine all’Islam politico.
In effetti i casi citati di Abdullahi Ahmed, presidente della Commissione Intolleranza del Comune di Torino, e Mohamed Kaabour in Consiglio a Genova con la sindaca Salis, riguardano esponenti legittimamente nominati ma vicini ad un’ala islamica molto vicina a posizioni pro-pal e in alcuni casi anche pro-Hamas.

Vedere infatti le numerose presenze in piazza a Torino per la liberazione dell’imam della moschea sotto la Mole Mohamed Shahin fa specie, specie nel contesto di un partito che vive in queste settimane uno scontro tutto interno tra la minoranza riformista e la Segreteria di Elly Schlein dopo la presentazione del ddl Delrio contro l’antisemitismo a cui hanno aderito, oltre all’ex Ministro Pd, anche Simona Malpezzi e Pierferdinando Casini.
Tenere dunque assieme in un unico filo i casi torinesi dei No Tav e del centro sociale Askatasuna – responsabile dell’assalto al quotidiano “La Stampa” – con i cortei per Sahin, fino alle presenze al convegno di Pro Mus, fa emergere non con chiarezza ma quantomeno con perplessità la presenza di una alleanza più o meno stretta tra il Partito Democratico di Elly Schlein e un Islam politico tutt’altro che con toni dialoganti.
