Ospite di Propaganda live, il premio Nobel Parisi si è soffermato sul controverso limite dei 30 km/h che tanto ha fatto discutere in relazione ad alcune grandi città, come Milano e Bologna. Lo studioso ha sottolineato l’esigenza di eseguire una serie di esperimenti per verificare che tale limite “riduca il numero dei morti senza danneggiare troppo la circolazione”. Parisi ha anche proposto di “mettere telecamere su tutte le strisce pedonali e multare quelli che non si fermano”.
Secondo il fisico “la prima cosa da fare è cercare di diminuire i pedoni morti in Italia”. Da qui, poi, lo studioso ha avanzato un paragone che ha fatto storcere il naso a più di qualcuno: “Quello che mi fa impressione” – ha proseguito – “è che in Italia ci sono 400 pedonicidi, li chiamo così, contro un centinaio di femminicidi; metà dei pedonicidi sono in realtà femminicidi perché i guidatori sono quasi sempre maschi che ammazzano e la metà delle vittime sono donne quindi ai 100 femminicidi si aggiungo 200 femminicidi di pedoni. È una situazione che dobbiamo assolutamente risolvere”.
“Pedonicidi, metà sono femminicidi”: è davvero così?
Nel nostro Paese, l’85% degli uomini ha la patente, mentre fra le donne la percentuale è del 63. Sono dunque più le persone di sesso maschile a camminare sulle strade italiane. Oltre a questo, come sottolinea La Verità, ci sono più lavoratori che lavoratrici e dunque per questo motivo probabilmente anche molti più uomini che circolano sulle strade italiane per recarsi sul luogo di lavoro, in fabbrica, in ufficio e così via. Di conseguenza, dunque, sono anche più gli uomini che fanno incidenti, investono pedoni e così via.
La Verità, ancora, sottolinea come ci siano anche donne che guidando uccidono uomini, come accaduto ad esempio alla ragazza 24enne che ha investito e ucciso Francesco Valdisseri, il 19enne figlio di due giornalisti, morto lo scorso anno a Roma mentre camminava su un marciapiede. O nel caso di Angelica Hutter, tedesca che ha ucciso nonna, figlio e nipotino sempre su un marciapiede. Stragi che dimostrano come anche le donne, al volante, uccidano pedoni, uomini o donne che siano. Dunque, le parole di Parisi, che parla di “pedonicidi” come “femminicidi”, sono davvero appropriate?