Chi percepisce – come cittadino italiano – una pensione all’estero, l’INPS ha appena confermato con la circolare numero 890 di quest’anno, di attenzionare e confermare l’esistenza in vita per evitare di compromettere il pagamento del cedolino previdenziale.
La verifica dev’essere effettuata ogni anno indipendentemente dal Paese in cui ci si è trasferiti per vivere godendo di una pensione a tasso zero e dove la vita all’estero costa poco. Il responsabile dei pagamenti sui cedolini per i pensionati italiani che vivono fuori dalla propria “ex patria” è Citibank N.A.
Come ricevere la pensione all’estero dall’INPS
La verifica sulla sussistenza in vita è a cadenza annuale, e serve per chi ha la pensione all’estero che pur essendo pagata sempre dall’INPS, per chi vive fuori dal Bel Paese l’ente bancario incaricato del pagamento è Citibank N.A.
L’accertamento è esteso tendenzialmente a tutti i pensionati italiani che vivono appunto, all’estero. Tuttavia ci sono alcuni Paesi in cui la comunicazione tra gli enti previdenziali territoriali è costante, come ad esempio i Paesi Bassi, la Germania, la Francia, la Svizzera, l’Australia, il Belgio, la Polonia.
I pensionati che vivono nei Paesi esteri sopra citati sono esclusi dalla verifica annuale proprio per il motivo sopra indicato. Ma non solo, perché l’accertamento esclude anche coloro che hanno ritirato in contanti almeno una volta la loro pensione in un sportello bancario della Western Union.
Il ritiro in contanti prevede già la sussistenza in vita, dunque è già una prova piuttosto dimostrabile.
Scadenza e residenza
Le uniche regole per le scadenze fanno riferimento al luogo in cui vive il pensionato all’estero. Nel primo caso, se il contribuente si trovasse in Asia, negli Usa, nell’Europa dell’Est, in Paesi scandinavi o in Estremo Oriente, la banca Citybank invierà a loro una comunicazione (dal 20 marzo di quest’anno in poi) e gli interessati dovranno restituirla prima del 15 luglio (di quest’anno).
La seconda tranche riguarda i pensionati che vivono in Africa, in Oceania e in Europa, e per loro scadenza si sposta al 15 gennaio prossimo (del 2026). Questo perché il documento viene inoltrato a partire da metà settembre di quest’anno.
Per dimostrare di essere in vita le modalità dimostrative sono molteplici: videochiamate con un operatore bancario, il ritiro della pensione in contanti o la restituzione del documento compilato e firmato.
Chi non rispetta la scadenza potrebbe vedersi la pensione sospesa, e per poterla riavere dovrà darne comunicazione all’INPS, inviando un documento di identità e richiedendo gli eventuali arretrati.