Grazie alla Legge di Bilancio firmata nel dicembre del 2023 si è aperta la possibilità per (quasi) tutti i lavoratori di accorciare il tempo utile per andare in pensione chiedendo all’Inps il riscatto dei cosiddetti ‘buchi contributivi’: un’opzione certamente non nuova – anche perché, appunto, è possibile fin dal gennaio dello scorso anno – ma che recentemente è finita al centro di una circolare di approfondimento da parte dello stesso Inps che ha chiarito i limiti applicativi della pace contributiva per chi vuole andare in pensione e ha trascorso parte della sua vita lavorativa senza un regolare contratto.
Partendo dal principio, è bene precisare che i buchi contributivi dei quali si può chiedere il riscatto sono relativi proprio ai periodi di lavoro in nero con due importanti vincoli: il primo riguarda il fatto che la misura è riservata a chi ha mancanze contributive che non siano dovute ad omissioni volontarie; mentre il secondo è relativo è alle tempistiche perché – se da un lato – si parla dei soli lavoratori che hanno versato il loro primo contributo dopo il gennaio del 1996, dall’altro lato il periodo del quale si vuole richiedere il riscatto deve essere compreso al massimo fino al gennaio del 2024 tagliando fuori l’intero scorso anno e quello attualmente in corso.
Pensione, come funziona il riscatto dei buchi contribuiti: come fare richiesta e i limiti della misura
Venendo a noi, la più importante novità emersa dalla circolare dell’Inps riguarda il fatto che chi vuole andare in pensione con la pace contributiva potrà chiedere il riscatto di un massimo di cinque anni di contributi non versati che non devono (ma ovviamente possono) necessariamente essere stati continuativi: in tal senso si potrà chiedere – e questa opzione vale anche per chi chiede il riscatto di periodi inferiori ai cinque anni – la rateizzazione dell’onere richiesto dall’Istituto.
Il calcolo dell’onere per i buchi contribuitivi dipende sia dal periodo oggetto del riscatto, sia dalla retribuzione ricevuta nei 12 mesi precedenti alla richiesta con le eventuali rate che non possono scendere sotto ai 30 euro mensili e che dovranno essere interamente saldate in un’unica soluzione nel caso in cui il riscatto permetta di accedere immediatamente alla pensione; mentre le richieste possono essere presentate in modo autonomo tramite il portale dell’Inps – precisamente a questo indirizzo -, telefonando ai due numeri dell’Istituto (803164 o 06164164) oppure anche rivolgendosi agli intermediari e ai patronati.