Il sistema previdenziale italiano si basa sulla pensione complementare e su quella obbligatoria. La prima prevede un versamento facoltativo proporzionata a quanto si desidera investire, mentre la seconda fa riferimento alle casse professionali e dell’ente INPS.
Nel momento in cui si consolida la pensione integrativa, è possibile accedere a diverse forme contrattuali, tra cui fondi già previsti, i Pip, i trattamenti negoziali e quelli aperti. L’obiettivo dei contributi è versare una maggior somma di capitale così da godere fino al 100% del salario sul cedolino pensionistico.
Versare contributi sulla pensione complementare conviene fiscalmente
Versare i contributi con la pensione complementare significa ottenere delle agevolazioni sulla tassazione. In primo luogo è possibile dedurre il reddito fino ad un massimo di 5.164€ annui, mentre le imposte sui versamenti applicano il 20% anziché il 26%, fino al 9% (o 15%) sul trattamento integrativo.
Laddove l’impiegato dovesse decidere di aderire al fondo integrativo, allora il datore di lavoro sarà tenuto a pagare il 2% sullo stipendio mensile, che seppur possa sembrare “poco”, in realtà nel tempo cumula un bel gruzzoletto.
Il lavoratore può decidere altresì, step essenziale, di destinare una parte del TFR alla pensione complementare, così da maturare un rendimento più alto rispetto a quanto avrebbe goduto con il semplice fondo INPS della gestione separata o cassa simili.
Ogni fondo prevede delle clausole specifiche. Sommariamente possiamo dire che esistono svariate possibilità, dal trasferimento da un fondo ad un altro, alla ricezione parziale o totale di quanto cumulato (superando un certo tetto) oppure convertirlo in una rendita mensile.
La documentazione
Come già comunicato ciascun fondo pensionistico applica clausole e rendimenti differenti. Annualmente la gestione dei fondi è tenuta ad inviare ai contraenti, il fatidico “documento di trasparenza”. Consultarlo significa scegliere la convenienza economica tra un fondo e un altro.
Sia il prezzo che i rendimenti medi di una pensione complementare vanno comparati sul portale COVIP, permettendo di paragonare la percentuale del prezzo maturato e l’Isc, nonché l’indicatore sintetico del prezzo.
Anche a fronte di un’età pensionabile e godibile, il contribuente potrebbe scegliere di continuare ad investire nel fondo purché dimostri di versare e aver maturato almeno 12 mesi di contribuzione aggiuntiva.