Tra non molto la pensione integrativa potrebbe diventare una scelta obbligata. Il sistema pensionistico del nostro Bel Paese si basa sui pagamenti contributivi tramandati da lavoratori subordinati di generazione in generazione.
Sandro Renzoni, appartenente al patronato Inca e a sua volta facente parte del sindacato Cgil Toscana, sostiene che i giovani d’oggi dovrebbero pensare ad integrare un tesoretto per loro stessi, così da tutelare i loro cedolini previdenziali e garantirsi una pensione più prosperosa.
Perché valutare la pensione integrativa
Grazie alle molteplici soluzioni odierne, la pensione integrativa prevede una tassazione agevolata al fine di incentivarne l’utilizzo. Dagli ultimi dati ISTAT si evince che i cedolini previdenziali medi ammontano a poco meno di 19.000€.
Un sacrificio in più di oggi potrebbe migliorare la vita in pensione, riducendo il gap tra il salario mensile attuale e il cedolino percepibile una volta raggiunti i requisiti per la previdenza sociale.
I giovani d’oggi dovrebbero pensare agli effetti – salvo che resti – della Fornero, la cui Riforma impone di adeguare le pensioni secondo le aspettative di vita. Già dalle prime stime si suppone un aumento dei requisiti a partire dal 2027, con conseguenti problemi sia sugli importi che sulle condizioni da soddisfare.
Condizioni e garanzie
Sandro Renzoni del sindacato fiorentino spiega che oggi il fondo complementare più in voga è la tipologia “contro–interessata“. Si tratta di un accordo che prevede il pagamento periodico della rendita maturata nel fondo e da destinare all’iscritto fino a quando è in vita.
Al momento dell’eventuale decesso, il fondo verrà ripartito tra gli eredi restanti in vita e tenendo conto del capitale residuo. Il vantaggio è di poter accumulare un gruzzoletto utile a migliorare la propria pensione e soprattutto sostenere finanziariamente la famiglia al momento del decesso.
L’accantonamento minimo è davvero irrisorio, un fondo per la pensione integrativa potrebbe richiedere anche soltanto l’1% o 2% basato sul salario mensile percepito. Un minimo investimento per garantirsi un cedolino previdenziale maggiore e tutelato.