Al di là delle novità sulle pensioni 2025, per stabilire il reale andamento e lo stato del sistema pensionistico italiano occorre fare un confronto con i cedolini medi dell’anno scorso, 2024. La Fornero infatti, prevede che ogni due anni vengano analizzati i dati al fine di decretare la nuova “aspettativa di vita“.
Per effettuare il paragone abbiamo preso come riferimento lo storico dell’INPS. É stato appurato che lo scorso anno i cedolini che sono stati emessi erano 877.186, mentre l’importo in media è stato di circa 1.229€.
Il confronto delle pensioni 2025 con quelle 2024
Il confronto tra le pensioni 2025 e i cedolini del 2024 è stato eseguito tenendo conto non solo dei cedolini per la “vecchiaia”, ma anche delle ulteriori prestazioni tra cui: fondi speciali, trattamenti ai superstiti, le anticipate e perfino i contributi sociali.
Dai dati emersi dall’osservatorio INPS si evince che rispetto allo scorso anno, già il primo trimestre del 2025 ha erogato dei cedolini lievemente più alti, 1.237€ contro i precedenti 1.229€. Una differenza piuttosto lieve e a dir poco insignificante se si tiene conto del periodo storico in cui viviamo.
Inflazione, rincaro globale, dazi aumentati, sono soltanto alcuni aspetti che fanno pensare a quanto 8€ in più sulle pensioni siano davvero “insufficienti” al sostentamento della vita attuale.
Analisi su due fronti
Da un lato è confortante la rivalutazione esistente e presente dei cedolini previdenziali, che fanno intendere la volontà di aumentare le pensioni nonostante i deficit e le criticità del sistema pensionistico italiano.
Dall’altro fronte, c’è la preoccupazione di un rallentamento forte e causa di un rialzo di appena 8€ che per il sostentamento odierno è indubbiamente insufficiente. Occorrerà prendere preoccupazioni perlopiù sul potere d’acquisto, optando – ad esempio privatamente – per le pensioni integrative a tassazione agevolata.
Esistono diversi fattori che possono influenzare il rialzo dei cedolini previdenziali, tra cui i contributi maturati, la percentuale di inflazione registrata periodicamente, il salario medio goduto ed eventuali riforme che possano far variare il modo in cui determinare l’importo delle pensioni.