Sulle pensioni 2025 e le novità del settore fiscale c’è da annotare un particolare. I contribuenti che hanno contratto un debito con l’Agenzia delle Entrate o più creditori potrebbero rischiare di ritrovarsi con un cedolino previdenziale molto basso o addirittura “nullo”.
I creditori infatti, hanno l’opportunità – post via libera – di poter pignorare conti correnti, immobili e beni non ancora posseduti dagli attuali debitori (proprio come la pensione). E con le novità sul tema la procedura di pignoramento è più facile e veloce, così come aumentano i rischi per i cittadini italiani coinvolti nel problema.
Pensioni 2025 a rischio pignoramento
Le pensioni 2025 e quelle non ancora possedute possono essere pignorate da terze parti. La Legge tutela i contribuenti al fine di garantire la loro sostenibilità vitale, e dunque secondo la normativa è possibile pignorare soltanto un quinto (ovvero il venti per cento) del cedolino.
Il caso è differente quando i debiti sono stati contratti con il fisco, visto che in quel caso cambiano gli importi e anche le tempistiche per il pignoramento possono essere velocizzate.
La novità di quest’anno consiste nell’abolizione della cartella esattoriale preventiva, ovvero l’Agenzia delle Entrate può procedere al pignoramento in modo istantaneo senza inviare alcun’altra documentazione. Da quando viene notificato l’atto debitorio il fisco ha due mesi di tempo per stabilire se procedere con un accertamento esecutivo.
Esistono però delle tipologie di imposte sui quali applicare la novità, e riguardano i debiti da IMU, IVA, Tari, Irpef, tassa di successione, di registro o credito d’imposta utilizzato in maniera impropria.
La stessa regola è applicabile dagli enti locali, che fino ad oggi avevano 180 giorni di tempo per notificare il debito, mentre le tempistiche anche per loro si sono ridotte a 60 giorni.
Limitazioni per il fisco
Come abbiamo accennato precedentemente il pignoramento delle pensioni 2025 quando il debito è contratto con l’Ade cambia limiti. Anziché il tradizionale 20% di trattenuta, la soglia diventa 1/10 sui cedolini entro 2.500€ mensili, 1/7 sui cedolini compresi tra 2.501€ e massimo 5.000€ mensili ed infine 1/5 sui cedolini che superano i cinque mila euro al mese.
Importi da considerare soltanto sulla somma eccedente il “vitale“, che oggi è fissato a 1.077€. Ricordiamo che con l’Agenzia delle Entrate è possibile richiedere una rateizzazione al fine di bloccare le procedure esecutive ed evitare il pignoramento.