Sale sempre di più la preoccupazione sulle pensioni 2027 che potrebbero prevedere dei requisiti più stringenti. Dai dati ISTAT stimati e attualmente provvisori si prospetterebbe un aumento dell’età pensionabile di 3 mensilità in più rispetto a quelle ordinarie.
Da un lato l’incremento dei requisiti è quasi certo per via dell’oggetto aumento dell’aspettativa di vita, dall’altro aspetto potrebbe arrivare un blocco grazie alle elezioni politiche, “costringendo” il Governo a rinviare l’adeguamento all’anno 2028.
Aumento delle pensioni 2027 con ritocco ai contributi
Si sta discutendo sempre di più dell’aumento delle pensioni dal 2027 ma quasi nessuno pensa ai requisiti contributivi. A fronte dei possibili cambiamenti che potremmo aspettarci, i Governo potrebbe ritoccare proprio il numero di versamenti finalizzati a maturare più contributi pensionistici.
La maggior influenza potrebbe basarsi sui requisiti previdenziali imposti dalle varie misure. Il trattamento di vecchiaia passerebbe a 67 anni e 3 mesi facendo restare invariata l’età contributiva, mentre le soluzioni di uscita anticipata totalizzerebbero 43,1 anni di contribuzione piuttosto che gli attuali 42,10.
A fronte anche della recente proposta CNEL, quando si stava pensando alla prossima riforma previdenziale, è quasi probabile che i futuri pensionati per godere del cedolino dovranno lavorare di più, versando circa 25 anni contributi (come media generica).
L’autorità del CNEL
Il CNEL non è altro che il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro la cui autorità ricade sulle decisioni che potrebbe prendere il Parlamento, le istituzioni locali e il Governo, aiutando ciascun ente a stabilire delle linee economiche e politiche più chiare.
Resta dunque ancora impressa la proposta mai ufficializzata del CNEL stesso, che insiste a portare l’età contributiva a 25 anni anziché gli attuali 20. Una soluzione che oggi sembra essere più coerente con il conseguenziale aumento dell’età pensionabile.
A rendere anche quasi certa questa decisione è il tetto minimo richiesto di totalizzare 3 volte l’assegno sociale per usufruire della previdenza anticipata contributiva e maturare la rendita integrativa (introdotta da quest’anno), che stando ai primi calcoli potrebbe costringere a maturare 25 anni di contributi.