Nelle ultime settimane non si fa altro che parlare del nuovo requisito per le pensioni che prevede di maturare 3 mesi in più per poter raggiungere il prossimo adeguamento alla speranza di vita. Le attuali stime dovrebbero ufficializzare l’entrata in vigore già tra 2 anni.
I sindacati come Cgil, si stanno già muovendo per sterilizzare l’aumento previdenziale e garantire ai lavoratori che utilizzeranno misure per uscire anticipatamente dal lavoro (includendo anche l’isopensione) di evitare di essere coinvolti nella futura penalizzazione.
Per fermare le pensioni con 3 mesi in più c’è poco tempo
Valeria Vittimberga, direttore generale dell’INPS, fa presente che per bloccare le prossime e nuove condizioni per godere delle pensioni, evitando i fatidici 3 mesi in più di attività lavorativa e conseguenti versamenti contributivi.
Per riuscirci è essenziale revisionare il decreto direttoriale al fine di fermare l’adeguamento previsto ad oggi per il prossimo biennio, ovvero per gli anni che vanno dal 2027 al 2028. Il direttore dell’ente ribadisce che tale modifica deve avvenire entro e non oltre la fine di quest’anno.
La stima – secondo quanto comunicato dall’INPS – è attualmente provvisoria. Infatti si attendono i dati ISTAT ufficiali al fine di determinare il reale ed effettivo ammontare del prossimo adeguamento, al momento previsto per 3 mensilità aggiuntive.
Tuttavia l’ente previdenziale specifica che è importante attendere in quanto anche pochi decimali potrebbero rivoluzionare il totale.
Una decisione meramente politica
Per il direttore Vittimberga dell’ente INPS, l’istituto è a completa disposizione, sia in termini tecnici che per una valutazione finanziaria, di adeguarsi alle decisioni e alle imposizioni previste dalle politiche pubbliche.
Questo si traduce in scelte politiche e non dipendenti dall’INPS, dato che i requisiti per accedere alla previdenza pubblica non sono effettivamente soggetti all’adeguamento di vita o ad altri parametri “interni”.
Anche Gianfranco Santoro, direttore a capo degli studi e delle ricerche per l’INPS, ha comunicato durante la recente audizione, che dal Governo non sono arrivate richieste di informazione sulle spese da affrontare per valutare una possibile sterilizzazione ai 3 mesi in più sulle pensioni.