Tra i tempi più scottanti degli ultimi anni – sia tra chi è quasi alla fine della sua vita lavorativa, sia tra chi l’ha iniziata solo da qualche anno – c’è sicuramente quello delle pensioni e degli importi che ognuno di noi andrà a percepire in relazione agli stipendi ricevuti nel corso della carriera: proprio in tal senso, molti si chiedono se sia possibile raggiungere un assegno pensionistico pari al 100% dello stipendio o quanto meno eguagliare quell’80% tanto in voga tra gli anziani di oggi che hanno goduto del boom economico, delle pensioni anticipate e – soprattutto – di assegni oggi impensabili soprattutto tra i giovani e i giovanissimi.
Rispondendo subito alla domanda – e vedendo poi progressivamente come sia possibile raggiungere l’obbiettivo -, secondo delle simulazioni fatte da Andrea Carbone sul Corriere della Sera risulta che sia effettivamente possibile godere di pensioni pari al 100% dello stipendio, ma (naturalmente) con le dovute accortezze: la prima è relativa al tempo perché maggiore sarà l’attesa e minori dovranno essere le aspettative pensionistiche; mentre la seconda riguarda lo sfruttamento di tutte le risorse disponibili tra il TFR per i lavoratori dipendenti e i fondi pensionistici integrativi per gli autonomi.
Come raggiungere il 100% degli stipendi per le pensioni: le simulazioni tra TFR e fondi integrativi
Partendo dalla prima delle due opzioni, secondo l’analisi di Carbone il TRF risulta essere il miglior alleato per le pensioni dei lavoratori dipendenti: un’opzione particolarmente utile soprattutto per i giovani 30enni che dovrebbe optare al più presto per il conferimento della cifra all’interno di un fondo pensionistico integrativo possibilmente ad alto rischio raggiungendo così addirittura il 104% dello stipendio (che si riduce al 78% con un fondo a basso rischio ed ancora al 63% senza usare il TFR).
La medesima percentuale si abbassa all’86% e al 70% per i 40enni e i 50enni che investono ad altro rischio (oppure al 72% e al 65% per chi sceglie opzioni più prudenti), con l’ovvia necessità di integrare cifre aggiuntive che oscillano tra i 120 e gli 840 euro mensili in base al profilo.
Tuttavia, è innegabile che cresce sempre di più il numero di lavoratori autonomi che – purtroppo – non possono godere del TFR con la conseguenza che cambiano drasticamente le possibilità e le modalità per raggiungere le pensioni cosiddette d’oro e in tal senso l’unica opzione praticabile è quella di investire in un fondo integrativo: un 30enne che oggi inizia investimenti ad alto rischio potrà limitarsi a circa 85 euro al mese per raggiungere l’obbiettivo dell’80% dello stipendio nelle pensioni (che crescono a 447 con un profilo a basso rischio); mentre i 40enni e i 50enni avranno bisogno di versamenti mensili – rispettivamente – da 191 e 559 euro con rischi alti (oppure 656 e 1.156 a basso rischio).