I pensionati che godono di un cedolino molto basso possono usufruire della integrazione delle pensioni minime per questo 2025, a patto però di aver versato come minimo un contributo prima della fine dell’anno ’95 (e dunque per coloro che si ritrovano nel regime retributivo).
Conoscere l’importo corretto del cedolino minimo è essenziale per comprendere se si hanno i requisiti idonei al percepimento della 14esima, della rivalutazione straordinaria e di eventuali e altri sostegni che potrebbero essere riconosciuti.
Come sono cambiate le pensioni minime nel 2025
I valori che verranno garantiti per le pensioni minime in previsione per il 2025 e il 2026, seppur appunto confermati, subiranno un lieve aumento (tanto da considerarsi irrisorio). Rispetto allo scorso anno ad esempio, l’aumento è poco meno di 5€, fissando l’importo a 603,40€ al mese.
I pensionati che non riescono a raggiungere la cifra minima (vedremo nel mese di aprile), ma che allo stesso tempo il trattamento appartiene al sistema misto, potranno ottenere la fatidica integrazione aggiuntiva.
Nell’ipotesi che il pensionato abbia un trattamento minimo di 400€, i 200€ che gli permetterebbero di raggiungere il tetto minimo gli verrebbero garantiti a patto che non percepisca nessun altro reddito di alcuna natura.
Maggiorazione straordinaria
Chi pur godendo del trattamento aggiuntivo e a fronte del mancato raggiungimento della soglia minima, può ricevere l’incremento straordinario e corrispondente a 2,2%. In totale si arriverebbe a totalizzare un cedolino di 616,17€ al mese.
Attenzione però ai pensionati che si trovano nel regime contributivo e non in quello misto. Per loro infatti spetta soltanto la rivalutazione straordinaria (negando l’integrazione aggiuntiva), e garantendo solo 8,80€ mensili.
Il cedolino nel 2026
Seppur sia ancora presto per parlare di quanto possa aumentare la pensione nel 2026, dato che a dirlo saranno i risultati ricavati dall’ISTAT, le stime impensieriscono in modo significativo. Infatti si parlerebbe di un assegno da 612€ su cui calcolare la rivalutazione nell’ordine straordinario.
Laddove si confermassero le attuali stime, con una inflazione vicina all’1,5% e una rivalutazione dell’1,3%. l’aumento si concretizzerebbe in soli 4€ al mese in più.