Per calcolare l’importo relativo alle pensioni minime 2025 si può fare riferimento alla circolare dell’INPS del 28 gennaio di quest’anno, che tiene conto dell’indice di rivalutazione che è stato prefissato allo 0,8%.
Sia per i lavoratori autonomi che per i dipendenti la soglia minima corrisponde a 603,40€ mensili che all’anno si quantificano in 7.844,20€. Va poi tenuto conto del regime del lavoratore, se è nel contributivo o retributivo (in base a quando ha iniziato a lavorare).
Le prospettive sulle pensioni minime 2025
Le pensioni minime 2025 sono dunque stabilite a 603,40€ al mese, e per quei lavoratori che non arrivano a tale soglia avranno degli aumenti fino a quando non la raggiungeranno. Ciò spetterà a coloro che prima dell’anno 1995 hanno versato almeno un contributo pensionistico a settimana.
Per i futuri pensionati con un reddito variabile tra la soglia minima (7.844,20€ annui) e massimo il doppio della stessa (15.688,40€ annui), l’integrazione sarà parziale, e verrà calcolata in modo tale da non oltrepassare il tetto massimo.
Rivalutazione straordinaria
Anche per il 2025 è stato affermata la rivalutazione straordinaria, a patto che i diretti interessati abbiano un cedolino previdenziale inferiore o uguale al trattamento minimo. In quel caso verrà applicato l’attuale 2,2%.
La rivalutazione straordinaria è indubbiamente più bassa rispetto alla scorsa, la cui percentuale ammontava a 2,7. Tuttavia, la stessa verrà beneficiata sia ai pensionati aventi diritto all’integrazione (totale o parziale), sia a coloro che non ne potranno godere.
Maggiorazione al milione
Un’altra possibilità per far aumentare le pensioni minime nel 2025 è l’incremento al milione. Si tratta di una maggiorazione sociale che viene garantita a coloro che hanno compiuto almeno 70 anni di età e che in alcuni casi – previo adeguato requisito contributivo – viene corrisposta fino ad un massimo di 5 anni in meno.
L’incremento è corrisposto in misura fissa ed è pari a 136,44€ al mese, così da far totalizzare 739,83€ al mese e sempre a patto che venga soddisfatta la condizione reddituale con valenza sia coniugale che personale.