Uno dei documenti top secret del Pentagono finiti online con il cosiddetto “Pentagon Leaks” avvalora la tesi che l’intelligence Usa stesse “spiando” la Germania. Lo hanno rivelato la rivista Zeit e un programma d’inchiesta della televisione pubblica ARD. Hanno scoperto, infatti, una nota contenuta nei documenti riservati pubblicati su Internet dall’ufficiale militare statunitense Jack Texeira, da cui si evince lo spionaggio del Ministero della Difesa tedesco da parte dei servizi segreti americani. La vicenda ha alimentato le tensioni tra Germania e Usa, infatti il presidente della commissione di controllo dei servizi segreti del Bundestag, Konstantin von Notz ha dichiarato: «Le parole di Angela Merkel sono ancora valide: spiare gli amici è inaccettabile». Il testo di nove righe fa riferimento ad un incontro avvenuto il 20 febbraio tra funzionari del dipartimento affari politici del ministero e una delegazione di omologhi cinesi in visita a Berlino.
Stando al resoconto, la delegazione tedesca ha concordato con i suoi interlocutori un seminario per preparare la cooperazione militare nel quadro delle Nazioni Unite. Ma un funzionario tedesco ha affermato che non sarà possibile un’ulteriore cooperazione finché Pechino non sarà «più aperta e trasparente». Quindi, secondo i verbali, il ministero tedesco ha riaffermato la sua solidarietà con gli Stati Uniti rifiutando di andare oltre. Il contenuto di questo messaggio, classificato come top secret, non è di per sé eclatante. Lo è per le relazioni Germania-Usa la fonte di tale informazione, perché l’intestazione del messaggio contiene l’abbreviazione SI per “signal intelligence“, ovvero intercettazione di comunicazioni.
PENTAGON LEAKS, NUOVI SOSPETTI SU SPIONAGGIO USA
Con questa rivelazione la Germania sembra essere tornata indietro di dieci anni, all’epoca dello secondalo delle intercettazioni della NSA, con le “orecchie” di Washington interessate, ad esempio, ad ascoltare uno dei telefoni dell’allora cancelliera tedesca Angela Merkel. Quelle operazioni ostili furono rese pubbliche dal whistleblower Edward Snowden, un ex agente del servizio di intelligence tecnica statunitense. Ma la rivista Spiegel aggiunge un particolare al nuovo scoop. Le informazioni contenute nel rapporto sono coerenti con quelle fornite ufficialmente dal governo tedesco all’ambasciata statunitense a Berlino dopo l’incontro con la delegazione cinese. Quindi, il settimanale ipotizza una sorveglianza primaria dei funzionari cinesi. Ma per il settimanale, l’intelligence militare e il controspionaggio stanno indagando per confermare o smentire questa affermazione. I funzionari tedeschi dal canto loro restano silenzio. Stando a quanto riportato da L’Opinion, la Germania non ha né l’intenzione né i mezzi per litigare con il suo principale alleato. Anzi, alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina, il sostegno Usa, che è il principale fornitore di aiuti militari a Kiev, resta fondamentale per la sicurezza dell’Europa. Ma questa vicenda palesa ulteriormente «la vulnerabilità delle istituzioni tedesche alla curiosità delle potenze straniere».