Mauro Repetto e Max Pezzali, in una sola parola 883. Ovvero la band che negli anni novanta ha toccato vette di successo davvero incredibili. Ma perché si sono sciolti? Cosa ha spinto Mauro Repetto e Max Pezzali a prendere strade diverse? In una intervista di non molto tempo fa rilasciata a Ciao Maschio, il programma Rai di Nunzia de Girolamo, Mauro Repetto ha fatto chiarezza su ciò che portò il gruppo a sciogliersi.
“Semplicemente non era finito un sogno, ma ne avevo un altro. Sono andato via proprio perché in quanto egocentrico volevo seguire tutti i miei sogni e dare tutti i mezzi per realizzarli”, ha raccontato Mauro Repetto, prendendo le distanze da chi invece ha sempre pensato che si fosse rotto qualcosa con Max Pezzali, che ritiene ancora il suo migliore amico. “Tra di noi non c’è mai stato nessuno screzio”, assicura ancora Repetto.
Mauro Repetto e Max Pezzali, nessun litigio dietro la fine degli 883: ecco perché il gruppo si sciolse
Il desiderio di Mauro, evidentemente, era quello di sperimentare e provare nuovi stili, staccandosi dagli 883 che avevano già scritto pagine importanti di storia della musica leggera Italiana. “Sono andato in America ed ho bevuto ghiacciata questa bottiglia dell’American Dream, ma ho fatto bene”, ha raccontato. “Io avevo dentro questa voglia di propormi come sceneggiatore e come attore e ci sono andato. Quello che volevo in quanto musicista, in quanto autore, l’avevo realizzato. Volevo tentare questa esperienza americana”, sottolinea ancora Repetto.
Oggi non si pente della scelta fatta ed esclude categoricamente una reunion dal sapore nostalgico con gli 883. Evidentemente lo scioglimento era dettato da un’evoluzione naturale del gruppo stesso. Max Pezzali e Mauro Repetto oggi sono artisticamente lontani, ma nessuna tensione tra i due iconici fondatori degli 883.