È morto il grande fotografo Peter Beard dopo una lunga ricerca delle autorità americane a seguito della sua scomparsa ormai 20 giorni fa: soffriva da tempo di demenza senile e si era allontanato da casa a Long Island senza un motivo apparente. È stato purtroppo trovato ieri in un bosco di Camp Hero State Park a Montauk, nello stato di New York: la conferma della sua morte arriva direttamente dalla famiglia su Instagram, «Abbiamo tutti il cuore spezzato dalla conferma della morte del nostro amato Peter. È morto dove è vissuto: nella natura. Vogliamo esprimere la nostra profonda gratitudine alla polizia dell’East Hampton e a tutti quelli che l’hanno aiutata a cercarlo» scrivono l’attuale moglie Nejma e la figlia Zara. Peter Beard è stato uno dei protagonisti del jet set mondano americano potremmo dire “controvoglia”, o meglio di riflesso: era un visionario e amava fotografare anche dettagli minimi in giro per il mondo.
Famosissimo come fotografo dell’Africa e della Savana dopo che la sua amica Karen Blixen, la scrittrice danese, aveva scritto “La mia Africa”: fece dei reportage d’autore in bianco e nero che restano nella storia della fotografia, ma seppe anche reinventarsi sul campo della moda (“scoprendo” la top model Iman, moglie di David Bowie)e sul design invecchiando. È stato per anni firma della rivista Vogue ma anche autore degli scatti del Calendario Pirelli nel 2009: ha vissuto sempre sull’orlo tra intimità e mondanità e purtroppo scompare a 82 anni dopo anni di difficile tormento per la famiglia nel vederlo non più lucido e a fatica li riconosceva.
“FUTILE È BELLO!”
In quella tenuta sulla cima delle scogliere di Montauk, sulla punta di Long Island, negli ultimi 50 anni sono passati Mick Jagger, Truman Capote, Jacqueline Onassis e addirittura il suo vicino di casa era Andy Warhol. Peter Beard però ha vissuto di riflesso della mondanità concessa prima dalle sue foto e poi dal matrimonio con Minnie Cushing negli anni ’60, poi con la top model Cheryl Tiegs fino al 1982. Dal 1986 invece la sua terza moglie gli rimase fedele per tutto il resto della vita (Nejma Khanum), conducendo più vita in famiglia e dedicando diversi lavori anche all’amata figlia Zara.
Come ben riporta “Marie Claire” dai tanti diari che lascia in eredità Peter Beard, «Sono attratto dalle cose futili, adoro l’inutilità dei miei lavori. Comporli è un po’ come fare la lista della spesa ogni giorno. Apparentemente insignificante, eppure crea una trama che giorno dopo giorno, alla fine dell’anno diventa un racconto vivido e intenso. È un ispessimento della vita. Mi è sempre piaciuto farlo. È una droga». Dall’Africa alla moda, passando per i Rolling Stones e i grandi eventi del XX Secolo: se ne va un protagonista dell’obiettivo, uno che sapeva fotografare e non solo “immaginare” la realtà di fronte. In merito all’Africa spesso Beard ripeteva «Non ho mai preso una decisione su qualcosa nella mia vita. La cosa positiva dell’Africa è che puoi scappare per sempre. Puoi fare quello che vuoi, senza che qualcuno ti guardi alle spalle».