A sei mesi di distanza dalla stretta degli Stati Uniti d’America nei confronti delle esportazioni di greggio dell’Iran, i corsi del petrolio continuano a salire: come riportano i colleghi de Il Sole 24 Ore, sul mercato asiatico questa mattina sono stati raggiunti nuovi massimi. La primaria fonte energetica Wti questa mattina è stata scambiata in Asia a 65,84 dollari in rialzo di 29 centesimi, mentre il petrolio Brent è scambiato a 74,28 dollari, in rialzo di 24 centesimi. Ricordiamo che gli Usa hanno ufficializzato il termine dell’esecuzione nei confronti degli otto paesi che potevano ancora importare del greggio italiano, gruppo composto da Italia, Cina, Turchia, India, Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Grecia.
PETROLIO AI MASSIMI DOPO STRETTA TRUMP SU IRAN
Il Sole 24 Ore evidenzia che l’amministrazione Usa ha deciso di mettere fine dal 2 maggio alla deroga concessa agli otto paesi che importano il greggio italiano, minacciando sanzioni nei confronti di chi non rispetterà la restrizione. E non sono mancate le polemiche, dopo l’accusa dell’Iran a Roma rea di non comprare più petrolio da Teheran: Turchia e Corea del Sud hanno protestato per l’annuncio di Washington, con il ministro degli Esteri turco che ha annunciato di non accettare delle sanzioni unilaterali, nonché vincoli sulla gestione delle relazioni con i paesi vicini. Attesi aggiornamenti nelle prossime settimane sul caso petrolio, con il confronto tra Stati Uniti e Iran che non si placa: Trump continuerà a provare ad azzerare le esportazioni della fonte energetica iraniana per privare di risorse Teheran, indicato come nemico del Medio Oriente.