Gli attacchi alle due raffinerie saudite, e il conseguente aumento vertiginoso del prezzo del petrolio, avranno delle conseguenze anche sulla spesa delle famiglie italiane. Come sottolineato dall’associazione dei consumatori del Codacons, citati dall’agenzia Agi, è probabile che entro fine anno ogni famiglia del Belpaese spenderà 320 euro in più rispetto al 2018, a causa dell’aumento della benzina. Secondo il Wall Street Journal, il massimo esponente a livello mondiale in tema economico, i bombardamenti con i droni ai due stabilimenti petroliferi rappresentano “un colpo che probabilmente nessun fornitore globale di petrolio ha subìto dai tempi della prima guerra del Golfo”. I primi importanti segnali si sono avuti ieri, alla riapertura delle borse, con il prezzo del petrolio che è schizzato oltre i 71 dollari al barile. Se l’aumento dovesse arrivare fino ad 80 dollari, a quel punto, fa sapere il Codacons “l’incremento stimato sui prezzi alla pompa sarà di circa 10 cent al litro”.
PEZZO DEL PETROLIO ALLE STELLE DOPO ATTACCHI
“Il costo per un pieno ad un’auto di media cilindrata – aggiungono – crescerebbe di circa 5 euro rispetto ad oggi, determinando, solo per costi diretti da rifornimento, una maggiore spesa da +120 euro a famiglia”. Ovviamente il caro petrolio non avrà effetti solo sulla benzina, ma anche sui prezzi al dettaglio, visto che in Italia più dell’85% dei prodotti viaggia su gomma, con un’incidenza del costo del carburante pari a 0.5 punti percentuali sul prezzo finale. Di conseguenza tale situazione potrebbe determinare “un aggravio pari a circa 200 euro annui a famiglia per l’acquisto di beni trasportati, portando la stangata complessiva a quota +320 euro annui a famiglia”. Il Codacons non dimentica inoltre come gli aumenti del prezzo del petrolio vengono immediatamente “recepiti” dalle pompe di benzina, a differenza invece degli abbassamenti, che comportano una diminuzione del costo del carburante in maniera sicuramente meno celere.