Nuova svolta nello studio dei PFAS e nelle metodologie che potrebbero consentire di eliminarli definitivamente dall’ambiente. I PFAS sono sostanze chimiche poli e perfluoroalchiliche, cioè composti a base di fluoro che fanno parte della nostra vita quotidiana e compongono moltissimi oggetti comuni, dai cosmetici fino alle padelle antiaderenti e agli articoli per la casa, ma anche in vernici, adesivi e imballaggi.
I PFAS sono molto utili perché sono resistenti all’acqua, alle macchie ma anche alle sostanze come l’olio. Eppure, sono composti potenzialmente molti pericolosi e gli scienziati stanno studiando il collegamento tra l’esposizione a queste sostanze e vari rischi per la salute, come per esempio l’insorgenza di tumori e malformazioni congenite. Grazie alla loro resistenza, infatti, i PFAS sono quasi impossibili da distruggere. Al momento, i prodotti contenenti PFAS sono sottoposti ad alcuni metodi di smaltimento come l’incenerimento, che però sono svantaggiosi dal punto di vista economico perché richiede temperature molto elevate. La recente scoperta degli scienziati, pubblicata sulla rivista ‘Science’ e riferita dalla BBC, potrebbe però dare una svolta al grande problema dello smaltimento di questi composti.
PFAS, come si potranno distruggere secondo lo studio
Dietro la sigla PFAS si nascondono circa 4.500 composti variamente utilizzati in oggetti e imballaggi di uso comune. Questi prodotti chimici sono stati rilevati anche nell’acqua piovana, sebbene a basse concentrazioni, ma potrebbero costituire un problema se dovessero infiltrarsi nelle falde acquifere e nei terreni. Un team di scienziati della statunitense Northwestern University ha affermato di essere riuscita a distruggere i PFAS ricorrendo a basse temperature e utilizzando metodologie a basso costo. L’impresa è resa difficoltosa dai legami a base di carbonio e fluoro che uniscono questi composti chimici, legami che sono tra i più forti della chimica organica.
La BBC spiega che il team di scienziati, sotto la guida di Brittany Trang, è riuscito ad abbattere questi composti chimici ricorrendo all’idrossido di sodio, una sostanza chimica piuttosto comune impiegata in alcuni prodotti per la casa come il sapone ma anche negli antidolorifici. In particolare, questa sostanza ha reagito con un gruppo di atomi di ossigeno, collocati all’estremità della lunga catena di legami carbonio-fluoro. La reazione ha quindi “decapitato” la molecola e il PFAS si è trasformato in residui di sostanze innocue. Questa soluzione sarebbe applicabile soltanto ad alcune tipologie di PFAS, sottolinea la BBC, ma potrebbe essere un promettente inizio per risolvere la grande questione della presenza di questi composti nelle acque e anche negli organismi viventi come i pesci e altri animali.