FETO GETTATO NEL CESTINO: IL PUNTO SULLE INDAGINI
Proseguono le indagini sul tragico ritrovamento di un feto morto in un cestino dei rifiuti del bagno del pronto soccorso dell’ospedale di Piacenza. Dai primi accertamenti è emerso che il feto potrebbe essere nato vivo, anche se prematuro.
Lo ipotizzano i medici, in base al livello di sviluppo, ma per capire esattamente se sia nato vivo o già morto servono esami specifici. Nel frattempo, gli inquirenti stanno controllando gli accessi delle ultime ore al pronto soccorso e le telecamere di videosorveglianza dell’ospedale.
Il direttore di Medicina legale, Giulio Bini, ha precisato di non aver riscontrato circostanze anomale al pronto soccorso; comunque, hanno fornito all’autorità giudiziaria le immagini delle telecamere e la lista delle persone che si sono recate al pronto soccorso da giovedì.
PIACENZA, LA RICOSTRUZIONE DEL RITROVAMENTO DEL FETO
Per quanto riguarda il ritrovamento del feto, il direttore del presidio unico dell’Ausl di Piacenza, Franco Federici, ha spiegato che è stato fatto dalla donna delle pulizie, che ha svuotato il cestino dei rifiuti e notato che era un po’ pesante. Quindi lo ha aperto, trovando “materiale abortivo espulsivo“.
In quel frangente transitavano un medico e un infermiere, che hanno richiesto l’aiuto di un ginecologo e di un pediatra per capire se il feto fosse vivo, ma purtroppo hanno riscontrato che era morto. Inoltre, il feto era all’interno di un sacchetto con alcuni stracci sporchi di sangue, ma il bagno era pulito.
L’ipotesi è che il feto avesse tra 26 e 30 settimane, ma anche in questo caso servono accertamenti per stabilire con precisione l’età. Non è neanche chiaro se sia maschio o femmina. La Procura di Piacenza resta in silenzio: non vengono rilasciate dichiarazioni sull’inchiesta, che prosegue nel massimo riserbo.
Gli sviluppi principali potrebbero arrivare dall’autopsia, che sarà eseguita nelle prossime ore, oltre che dall’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, anche della zona intorno al pronto soccorso.