VON DER LEYEN ATTACCA PUTIN E LANCIA TRE “NUOVE” PROPOSTE SULL’UCRAINA
La Presidente della Commissione UE non crede affatto nei negoziati tra Ucraina e Russia: lo ha detto ieri Ursula Von der Leyen parlando alla Plenaria dell’Europarlamento, presentando tre ulteriori “piani” di sostegno a Kiev che hanno trovato nuovamente l’opposizione dell’Ungheria di Viktor Orban. «Putin abbiamo visto come negozia, lui bombarda»: secondo la leader europea, il piano russo di intimidire l’Ucraina e il mondo è il motivo per cui occorre spingere sul Riarmo UE, pur incontrando le critiche e le forti polemiche di parte dei 27.
Per Von der Leyen il capo del Cremlino con il perdurare della guerra vuole costringere l’Ucraina ad accettare un piano di pace tutt’altro che vantaggioso e conveniente, mentre l’Europa deve ancora oggi spingere per una «pace giusta e duratura, che garantisca la sovranità dell’Ucraina». La posta in gioco richiamata da Bruxelles è enorme e “giustifica” l’impegno anche economico di un riarmo così ampio: sembra insomma che non sia cambiato molto nei rapporti a distanza tra UE, Russia, Ucraina e, perché no, anche con gli USA di Trump che pure spinge per un negoziato (seppur avendo minacciato Mosca di mollare il tavolo diplomatico senza un vero passo avanti di Putin).
La posizione filo-ucraina dell’Europa si struttura con tre nuovi piani raccontati nella Plenaria di ieri dalla stessa Von der Leyen: il sostegno economico ulteriore alla capacità di difesa dell’Ucraina, lo stop graduale dei combustibili fossili russi come acquisizione in UE, e ovviamente l’adesione di Kiev come Stato membro dell’Unione Europea. Dopo l’incontro avvenuto di recente a Roma per i funerali di Papa Francesco, Von der Leyen e Zelensky avrebbero concordato l’apertura dei negoziati di adesione entro fine 2025, ma il tema è tutt’atro che semplice proprio perché occorre il via libera unanime a tutti i vari passaggi formali per l’adesione.
ORBAN VOTA CONTRO E IMPEDISCE (PER ORA) IL PROCESSO SULL’ADESIONE DI KIEV IN EUROPA
Anche ieri l’unica voce fuori dal coro arriva da Budapest, con l’Ungheria di Orban che prosegue nello scontro interno all’Unione Europea per le politiche di riarmo e per il sostegno perdurante all’Ucraina senza impegnarsi per una tregua: «l’Ucraina riceve denaro e armi, i contribuenti europei pagano il conto. Scandalo!». Per Orban la “mission” di Von der Leyen sul riarmo e il sostegno all’Ucraina non porterà un’evoluzione positiva per l’Europa, e nemmeno per una pace in breve tempo.
L’opposizione di Fidesz all’interno dei Patrioti UE punta a bocciare sia la difesa, sia lo stop al gas russo e sia soprattutto il processo di adesione: se però per i primi due piani la Commissione può procedere comunque con una votazione a “maggioranza qualificata”, per il terzo punto occorre la piena unanimità e da qui dunque il nuovo stallo a Bruxelles. Con Von der Leyen che continua ad insistere di non dover favorire in alcun modo la Russia di Putin (da qui lo stop al gas da Mosca, «tagliamo la dipendenza»), il discorso alla Plenaria ha confermato anche l’intenzione di aprire i tavoli negoziali entro fine anno.
Il caos in Parlamento UE sul piano ReArm e ora lo stop di Orban al processo di adesione dell’Ucraina in Europa fanno ben intuire le divisioni ancora forti presenti dentro e fuori l’Europarlamento, con i prossimi Consigli UE che dovranno cercare di approntare accorgimenti per non bloccare plasticamente l’intera Europa anche in questa seconda legislatura di Ursula Von der Leyen.
Today President @vonderleyen announced the new plans of the @EU_Commission: Ukraine gets money and weapons, European taxpayers get to pay the bill. Scandal!
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) May 7, 2025