Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi nella serata di ieri è stato ospitato nello studio di Cinque Minuti da Bruno Vespa con il classico rapido scambio di domande e risposte che si è incentrato soprattutto sul tema dei migranti alla luce delle novità sui centri per i rimpatri in Albania da tempo al centro di un feroce scontro tra governo e giudici che è arrivato fino ai banchi di Bruxelles per una decisione – si spera – definitiva.
Proprio partendo dai migranti e dall’Albania, il ministro Pinatedosi si è detto pronto a partire con i primissimi trasferimenti “da qui a una settimana, massimo 10 giorni“, non appena saranno definiti nel dettaglio gli ultimi aspetti sulla “logistica”: il numero iniziare sarà attorno alle 44 persone trasferite “coerente alla capienza attuale”, ma nel frattempo il centro albanese sarà esteso “ad oltre 140” posti e nell’arco di qualche giorno si potrà “estendere” anche il numero effettivo di ospiti.
Commentando – invece – chi accusa il governo di star sprecando soldi con il modello albanese, il ministro Piantedosi chiarisce che in realtà “come si può rilevate dalla relazione tecnica, l’operazione avviene ad invarianza di spese” dato che “il Cpr già esisteva”; così come ad ora “non cambiano neppure la natura e le funzioni di quel centro” che costerà esattamente come costerebbe tenerlo attivo sul territorio italiano.
Matteo Piantedosi: “Con le nuove regole sulla cittadinanza evitiamo gli abusi”
Proseguendo nel lungo tema migratorio – poi – il ministro Matteo Piantedosi si è anche concentrato sugli scontri con la magistratura per precisare che d’ora in poi “non servirà” più l’approvazione al trattenimento da parte dei giudici perché “potranno essere trasferite persone anche già sottoposte a convalida sul territorio nazionale”; fermo restando che l’approvazione sarà necessaria nel caso in cui il migrante faccia “domanda di protezione internazionale”, ma anche in questo caso “la legge permetterà di trattenerli lì sul posto“.
Prima di passare oltre, il ministro Piantedosi ha anche volto ricordare per l’ennesima volta che il modello albanese “è una soluzione a cui guarda tutta l’Europa” dato che rappresenta attualmente l’alternativa più “equilibrata” tenendo conto “dei diritti delle persone e di quelli umanitari” e rafforzando al contempo “la strategia dei rimpatri”; mentre sul futuro Piantedosi promette che si aprirà finalmente ad una vera e propria “stagione di contrasto serio all’attività dei trafficanti di esseri umani“.
L’ultimo tema trattato dal ministro Piantedosi – infine – è stato quello relativo alla cittadinanza con il nuovo modello che (promette) permetterà di “evitare molti abusi” dato che i dati ufficiali parlano di una crescita nell’arco di 10 anni “del 40% del numero di cittadini italiani residenti all’estero proprio a causa di queste cittadinanze”: la norma modificata “aveva mostrato molte crepe” che ora sono state risolte, concedendo ancora – ed addirittura favorendola – “la cittadinanza iure sanguinis“, ma collegandola ad “un vincolo effettivo e non fittizio”.