Sembra sempre più convinto di accelerare sull’ampio piano che riporterà l’Italia al centro della produzione di energia nucleare, il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin recentemente intervenuto al Forum in Masseria promosso da Bruno Vespa e Comin & Partners al quale ha parlato proprio del disegno di legge che porta la sua firma; oltre che altri temi scottanti per il suo dicastero come il criticatissimo Green Deal UE.
Intercettato dalla Stampa prima del suo ingresso al Forum, il ministro Pichetto Fratin ha spiegato che la sua speranza è che si possa portare il disegno di legge sul nucleare in Parlamento “prima della pausa estiva”, in modo da iniziare a gettare le basi per la discussione che porterà (auspicabilmente) all’approvazione definitiva; mentre per ora lo stesso ministro conferma anche di essere solamente più in attesa del parere finale della “Conferenza unificata”.

I tempi restano incerti, spiega Pichetto Fratin, perché di fatto la Conferenza non ha alcuna scadenza da rispettare e, in ogni caso, i tempi del Parlamento restano quelli ormai ben noti da anni; mentre dovendo fare un’ipotesi generale, il ministro parla di “un anno e mezzo” includendo la discussione e i “dodici mesi per le norme di attuazione” e aggiungendo al computo anche i tempi tecnici per creare “un’agenzia nazionale”, l’ipotesi è che i primi reattori saranno pronti tra “il 2033 e il 2035”.
Pichetto Fratin: “Sul Green Deal restano ancora troppe incertezze che vogliamo approfondire”
Particolarmente importante per il dicastero di Pichetto Fratin è anche il tema del Green Deal, recentemente indebolito dalla stessa Commissione UE dopo le tante opposizioni – inclusa quella dell’Italia – da parte dei 27 e dei loro ministri: ad oggi – ricorda il ministro – resta solamente “l’obbiettivo (..) del 90% [di Co2 in meno, ndr.] al 2040 (..) e alcuni principi” che rendono impossibili fare valutazioni generali.
D’altra parte, per l’Italia resta anche aperto anche il tema della compensazione del carbonio grazie agli investimenti all’estero, con il ministro Pichetto Fratin che spiega di aver portato “il piano Mattei” per l’Africa come esempio di investimento utile a raggiungere gli obbiettivi ambientali; mentre ora intende approfondire il tema del target di riduzione delle emissioni, precisando che “non può essere lo stesso per un paese come l’Italia che ha centomila borghi e il Lussemburgo”, aprendo all’ipotesi di una revisione ancora più ampia del testo.