Accanto alla bocca, al momento del ritrovamento del cadavere, Pierina Paganelli aveva un capello che non sarebbe stato repertato e, quindi, sarebbe “sfuggito” agli accertamenti necessari ad arrivare all’autore dell’omicidio. Lo rende noto Chi l’ha visto?, secondo cui si tratterebbe di una scoperta fatta dall’inviato della trasmissione Giuseppe Pizzo guardando le foto del fascicolo di indagine sul giallo di Rimini.
Lo scatto mostrerebbe il materiale pilifero di colore nero “fissato” sul volto della vittima con una sostanza verosimilmente ematica, e inevitabilmente la mente punta a un interrogativo: appartiene al killer? Il fatto che sembri immerso nel sangue fa pensare che possa essere stato depositato in costanza dell’azione omicidiaria, forse durante la colluttazione con l’assassino.
E c’è un altro elemento che non sarebbe stato sottoposto ad esami per rilevare l’eventuale presenza di Dna utile: un barattolo di cipolline a terra, sulla scena del crimine, probabilmente della stessa 78enne. “Nel verbale non sono indicati, non c’è traccia di repertazione, sembrerebbe che non siano stati repertati“, ha dichiarato Pizzo in tv, motivo per cui si ipotizza che non siano stati sottoposti ad alcun esame. Il capello, così come il vasetto, non sarebbero stati consegnati al perito Emiliano Giardina incaricato di eseguire gli accertamenti sui reperti a caccia di tracce biologiche potenzialmente decisive.
Pierina Paganelli, indiscrezioni sull’esito dell’incidente probatorio sulla Cam3: Louis Dassilva…
Si è tenuto l’11 febbraio scorso l’esperimento giudiziale sulla Cam3 della farmacia San Martino di via del Ciclamino, eseguito in sede di incidente probatorio, con il “test della cammminata” che ha visto sfilare sotto la stessa telecamera Louis Dassilva (finora unico indagato per il delitto e in carcere da luglio) e il vicino di casa Emanuele Neri (colui che si è “riconosciuto” nel video della notte dell’omicidio nel soggetto ripreso dall’occhio elettronico fuori dal palazzo pochi minuti dopo la morte di Pierina Paganelli).
Secondo la Procura di Rimini, “l’ignoto” sarebbe proprio Dassilva, mentre la difesa sostiene si tratti di un’altra persona. Neppure 24 ore dopo la conclusione di questo esperimento, filtrano le prime indiscrezioni sul risultato (da ufficializzare entro 60 giorni) riportate dall’ANSA: le immagini del filmato sarebbero “sovrapponibili” a Dassilva. L’analisi del perito incaricato confermerebbe quindi quanto sostenuto dal pm e inchioderebbe il 35enne senegalese: “Secondo quanto si apprende – scrive l’agenzia di stampa – sono queste le conclusioni ancora informali dell’esperimento svolto in via del Ciclamino“.