Pierina Paganelli: Valeria Bartolucci preoccupata per lo sciopero della fame e della sete del marito Dassilva, al quarto giorno senza cibo e acqua
Ad Ore 14 – il programma condotto su Rai 2 tutti i giorni con la conduzione di Milo Infante – si è tornati a parlare dell’omicidio di Pierina Paganelli che in questi ultimi giorni sta ricevendo una incessante serie di novità più o meno importante: oltre all’ormai noto litigio tra Manuela Bianchi e Valeria Bartolucci immortalato dai vicini di casa in quella ormai frequentatissima (tra giornalisti e inquirenti) via del Ciclamino, negli ultimi quattro giorni il principale – e per ora unico – sospettato per la morte di Pierina Paganelli, Louis Dassilva, ha avviato uno sciopero della fame e della sete particolarmente duro con l’aumentare delle temperature e la difficile vita carceraria.
Preoccupatissima e angosciata per le condizioni del marito, Valeria Bartolucci – anche vicina di casa di Pierina Paganelli – ha deciso di fargli visita e dopo essere tornata in via del Ciclamino si è limitata a dire ai tanti giornalisti presenti che “quando un cittadino in uno stato di diritto è costretto a ricorrere allo sciopero della fame forse sarebbe ora di cominciare a farsi due domandine“, dicendosi anche “molto preoccupata”.
La sua speranza è che “chi deve indagare inizi a farlo nel verso giusto [perché] sono due anni che dico che in carcere c’è la persona sbagliata” e in tal senso ha anche ricordato che “la testimonianza di un pentito se non ci sono prove non vale nulla e non c’è spazio per la discrezionalità di un giudice“.
Pierina Paganelli, Bruzzone: “Dassilva ha avuto un crollo psicologico, probabilmente sarà necessaria l’alimentazione meccanica”
Parlando dello sciopero intrapreso da Louis Dassilva, la criminologa Roberta Bruzzone – che in tutto questo complesso caso di Pierina Paganelli assiste proprio l’indagato – ha confermato che “sono quattro giorni che non beve nulla e non manca molto alla somministrazione forzata” dell’alimentazione.
“Tutti i legali – spiega ancora – sono molto preoccupati e hanno fatto tutto il possibile per convincerlo a desistere da questo suo proposito ma al momento questo non è accaduto ed ora abbiamo allertato il carcere sotto il piano sanitario”; fermo restando che in ogni caso “l’idratazione meccanica non è una prassi semplicissima da attuare con un soggetto che rifiuta l’alimentazione”.
“Lui – precisa ancora la dottoressa Bruzzone sull’indagato per la morte di Pierina Paganelli – ha atteso con grande pazienza e non si è mai sottratto a nessuna accertamento, dal carcere lo descrivono anche come un detenuto modello e ha aspettato fiducioso l’esito della Cam 3 che per lui era una sorta di soglia psicologica”, dopo la quale – incastrato oggi apparentemente solo dalle parole dell’amante Manuela Bianchi – “si aspettava di tornare a casa e credo che il crollo psicologico sia il minimo quando inizia ad avere paura che neanche le evidenze scientifiche possono scagionarlo“.
Più o meno sulla stessa falsa riga è intervenuto anche il dottor Riario Fabbri – legale di Dassilva – che ha ricordato che si tratta di una “sua scelta autonoma” probabilmente legata al fatto che “si è sentito smarrito per la situazione che si è creata“; precisando poco dopo che dell’attuale indagine sulla morte di Pierina Paganelli “noi non riteniamo credibile la versione di Manuela Bianchi e non riteniamo che ci sia un quadro indiziario che porti alla colpevolezza di Louis Dassilva”.